Bilancio beni culturali: 65 cantieri chiusi

Di Vincenzo: si tratta in particolare di opere su edifici sacri che hanno subìto danni a seguito del sisma

L’AQUILA. Ben 65 cantieri chiusi e oltre 40 edifici riconsegnati al pubblico, per una spesa totale di 150 milioni in poco più di tre anni; ulteriori 60 milioni da utilizzare nell’arco del 2016. Sono solo alcune delle cifre che riassumono l’attività negli ultimi tre anni e mezzo del segretariato regionale per i Beni culturali (ex direzione regionale), diretto ad interim da Berardino Di Vincenzo. Cifre che si traducono spesso in gioielli di storia e architettura che rappresentano il patrimonio culturale della città e che a mano a mano stanno tornando alla luce. «Dal 2013 a oggi, in tre anni e mezzo, come ministero dei Beni culturali e, localmente, come segretariato regionale, che sta portando avanti le attività di cantiere del Mibact, sono stati attuati 110 progetti di restauro», spiega Di Vincenzo. «Di questi, 65 sono stati portati a conclusione solo nell’area del cratere sismico e nella parte della regione che comunque è stata interessata dal sisma, per cui sono previsti dalla legge anche degli interventi fuori cantiere. Si tratta di opere su edifici ecclesiastici, in particolare chiese, che hanno avuto danni a seguito del terremoto».

Un lavoro incessante che ha visto la struttura, della direzione regionale prima e della segretariato poi, gestire somme ingenti. «Abbiamo attivato cantieri per circa 150 milioni»,continua Di Vincenzo. «Non tutti i fondi sono stati spesi e non tutti i 65 cantieri chiusi sono stati riaperti al pubblico, perché in alcuni di questi edifici abbiamo dovuto procedere con due o più lotti distinti». Circa 40 edifici, infatti, sono quelli effettivamente riconsegnati in tre anni. Per gli altri 25 i lavori sono ancora in corso, ma quasi tutti a buon punto. Un esempio è la chiesa di Santa Giusta a Bazzano, dove, da qualche giorno, sono terminati i lavori del primo lotto che hanno interessato la facciata e il consolidamento di metà dell’interno e partiranno a breve quelli del secondo lotto, che dovrebbero terminare il prossimo anno. Altri cantieri, tuttavia, verranno presto aperti, grazie a fondi ministeriali già in previsione. «Per il 2016 abbiamo avuto l’ulteriore finanziamento con la delibera Cipe numero 77 di quasi 60 milioni», conclude. «Contiamo di porre in attuazione questa delibera nel corso del 2016, in modo da riconsegnare alla città e al cratere quanti più edifici vincolati possibile. È anche dai beni culturali, infatti, che passa la rinascita dell’Aquila dopo il sisma». (m.c.)

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