Biondi contesta le chiusure del premier 

Ieri in città altri 41 casi (102 in due giorni), ma il sindaco dissente «categoricamente» sullo stop a teatro, cinema e concerti

L’AQUILA. «Le limitazioni drastiche non sono la soluzione alla diffusione del contagio». Il sindaco Pierluigi Biondi contesta l’ultimo decreto del premier Giuseppe Conte, nella parte «che va a privare il nostro Paese di quella cura dell’anima che non può essere considerata superflua». E rilancia la piattaforma per il servizio a domicilio, come sostegno delle attività commerciali. Ieri in città altri 41 casi che, sommati ai 61 del giorno precedente, descrivono un’evoluzione dei contagi ancora preoccupante. Un nuovo positivo nel comune di Prata d’Ansidonia. Contagiato anche un alunno della scuola di Fossa che non frequenta le lezioni dal 16 ottobre. Oggi l’ordinanza del sindaco per decretare la chiusura fino a venerdì, per consentire a tutti di svolgere la quarantena.
BIONDI. «Guardando a questo anno che sta per chiudersi per un bilancio», dice il sindaco, «vedo un territorio che all’ennesima prova, con grande dignità e consapevolezza, ha resistito all’urto. Riprendersi la vita e andare avanti è stato inevitabile per L’Aquila. Salvo, poi, confrontarci, ancora una volta, con il riproporsi di una martellante e quotidiana elencazione di numeri su nuovi contagi, ricoveri, tamponi e, purtroppo, decessi legati al coronavirus». Rispetto all’ultimo decreto, Biondi ritiene giuste le misure per alleggerire il carico sui mezzi di trasporto e sul sistema scolastico, tanto da averle già adottate per il nostro comune: «ma limitare in maniera così drastica le attività di somministrazione, bar e ristoranti con chiusure alle 18», sottolinea il sindaco, «vietare in maniera completa tutte quelle attività ritenute “non necessarie” – e su questo dissento categoricamente – come teatro, cinema o concerti, non è la soluzione alla diffusione del contagio. Soprattutto perché sia le prime che le seconde hanno dovuto fare i conti con una pesante rivoluzione nel modo di programmare e lavorare che, forse, è costata più che ad altri. Una rivoluzione degli spazi, una rivoluzione dei servizi, persino una rivoluzione nelle rappresentazioni che consentono una fruizione composta e sicura. Di contro, si priva il nostro Paese di qualcosa che si chiama “cura dell’anima”, che non può essere considerata “superflua” e che, se non applicata, ci condurrà a un accartocciamento fisico e psichico, per i danni morali ed economici che saremo costretti a subire. E difficilmente a superare. Anche quando il Coronavirus sarà finalmente debellato».
SERVIZIO A DOMICILIO. Sono oltre 200 le aziende e le attività commerciali censite sul sito www.vincilvirus.it, realizzato dall’unità di crisi del Comune per sostenere le aziende e gli operatori che svolgono attività di servizio a domicilio o da asporto in città, nelle frazioni e nei comuni del cratere sismico 2009: «Alla luce delle nuove restrizioni», spiega il sindaco, «è presumibile che alcune attività, specie nel campo dei generi alimentari e della ristorazione, debbano ricorrere nuovamente a forme alternative di lavoro Non si tratta di una piattaforma di commercio elettronico, ma di un sito informativo, completamente gratuito, a disposizione di chi presta servizi e di chi ne usufruisce. Chi intende aderire alla piattaforma, senza alcun onere economico, può farlo in qualunque momento. A breve sarà possibile scaricare un pdf riassuntivo di tutte le attività inserite che può essere stampato». FIPE. Anche la Fipe della provincia dell’Aquila aderisce alla manifestazione del 28 ottobre a Roma: la delegazione aquilana parteciperà insieme al direttivo nazionale. «Manifesteremo le problematiche del territorio, già martoriato dai terremoti 2009 e 2016 e ora messo a dura prova dal Covid».
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