Campo Felice, 5 condanne per i rifiuti pericolosi

Un anno a Saverio, Luca e Andrea Lallini, al direttore degli impianti e al tecnico A ridosso della seggiovia furono trovati bidoni pieni di sostanze sospette

L’AQUILA. Cinque condanne e un’assoluzione sono state stabilite dal giudice Giuseppe Grieco, nel processo per rifiuti pericolosi seppelliti nelle vicinanze degli impianti sciistici di Campo Felice. Una serie di violazioni alle leggi in materia ambientale contestati dopo i rilievi dei carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Pescara.

Un anno di reclusione e seimila euro di ammenda (benefìci di legge) sono stati inflitti agli imprenditori Saverio, Luca e Andrea Lallini, titolari degli impianti e al direttore della stazione Gennarino Di Stefano, che è anche sindaco di Rocca di Cambio. Stessa condanna per Vincenzo Fiaschetti responsabile tecnico degli impianti a fune. Assolto con formula piena Luigi Tiburzio difeso dal legale Paolo D’Amico, dipendente della Campo Felice spa. La decisione ha ricalcato le richieste del pm Simonetta Ciccarelli. Il giudice ha anche disposto che in separata sede il tribunale civile dovrà decidere i danni che gli imputati dovranno rifondere al Comune rocchigiano. Tutti sono stati assolti dal reato di deturpamento ambientale.

Secondo l’accusa i rifiuti provengono dalla manutenzione degli impianti di risalita. I fatti risalgono ad alcuni anni fa quando, a seguito di una serie di controlli, era stata scoperta una vera e propria discarica sotterranea, una minaccia per la conca di Campo Felice ricca di falde acquifere. In particolare, a ridosso della seggiovia, erano stati trovati bidoni con sostanze sospette e rifiuti di ogni genere. Era seguita, a questa prima osservazione, una fase di scavo con individuazione del vasto campionario di materiali ricoperti dalla terra, tra cui tubi di plastica, ferro, segnali stradali, tappeti in gommapiuma, estintori. Due i punti trasformati in discarica, il principale in corrispondenza del pilone numero 3 della seggiovia Campo Felice e l’altro a 800 metri di distanza. Con l’ausilio di strumentazioni avanzate vennero poi condotti accertamenti per rilevare la presenza nel terreno di idrocarburi e acidi, come riscontrato anche dalle analisi successive condotte nei laboratori dell’Arta. Nel corso dell’indagine erano stati effettuati anche alcuni sorvoli in elicottero della piana di Campo Felice allo scopo di individuare i possibili punti interessati dalla copertura dei rifiuti. L’indagine ha escluso il possibile inquinamento delle falde acquifere. Eventualità messa da parte dopo alle risultanze delle analisi. Nel corso del giudizio gli imputati condannati sono stati difesi dagli avvocati Rodolfo Ludovici, Roberto Madama, Rita Aloia, Carlo Benedetti, Francesca Coppi.

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