"Caporalato, una vergogna" Il monito del vescovo di Marsica

"E’ importante reagire allo sfruttamento dell’immigrazione e garantire condizioni abitative degne della persona"
AVEZZANO. «E’ importante reagire allo sfruttamento dell’immigrazione e garantire condizioni abitative degne della persona. Perché anche il Vangelo racconta: “ero forestiero e mi avete ospitato”». Il vescovo dei Marsi, monsignor Pietro Santoro, conferma la vocazione che lo vuole vicino ai problemi sociali più attuali e lancia un appello ai politici, «senza alcuna distinzione», affinché «trovino soluzioni più rispettose di ogni uomo».
Sono gli ultimi fatti di cronaca legati all’immigrazione nella Marsica a indurre il vescovo a prendere posizione contro lo sfruttamento nei campi della Marsica e a spingere i politici a fare altrettanto. La scoperta da parte dei carabinieri di lavoratori extracomunitari clandestini sfruttati per pochi euro nei campi del Fucino e la denuncia sul Centro dei sindacati sull’esistenza del fenomeno del caporalato per cui uno stesso extracomunitario prende, sotto ricatto e con la complicità di imprenditori locali, una percentuale dal lavoratore in cambio dell’occupazione, è una piaga che va in direzione opposta alla dottrina cristiana. Monsignor Santoro, oltre a ricordare il versetto del vangelista Matteo, prende spunto dall’avvicinamento della Pentecoste, la discesa dello Spirito santo (Atti degli apostoli 2,1-13) per rilanciare un’azione multietnica e multilingue «dove ognuno riesce a comunicare con l’altro perché lo comprende».
«Non si tratta di una presenza strumentale o di una traduzione simultanea», sottolinea, «ma di una presa di possesso da parte di Dio nei confronti dell’uomo. Infatti “furono colmati di Spirito Santo”. Vorrei», è l’auspicio cristiano di monsignor Santoro, «che lo Spirito di Pentecoste accompagnasse questi nostri giorni difficili».
Come ha fatto in precedenza per altri importanti temi sociali, come ad esempio l’usura, già da quando era parroco a San Salvo e vicario episcopale per il Vastese dell’arciodiocesi Chieti-Vasto, il l’alto prelato trae dalle parole del Vangelo e del papa Benedetto XVI nella “Caritas in veritate”, la strada parallela universale: «Credenti e non credenti possono mettersi al servizio dell’uomo in un incontro fecondo tra etica laica ed etica cristiana recuperando il desiderio profondo d’infinito, superando il gelo delle statistiche, valorizzando la debolezza della profezia e la responsabilità delle scelte».
Era stato il segretario Flai Cgil Luigi Fiammata a denunciare la rete di caporalato nella Marsica «grazie a una ignobile legislazione» che vincola il lavoro al permesso di soggiorno e viceversa. Essendo quello agricolo un lavoro stagionale, ecco che i lavoratori a fine contratto diventano clandestini, anche se arrivano in Italia regolarmente. Di qui il nuovo messaggio che monsignor Santoro affida alla politica: dover scegliere e in fretta. «Come Pastore di questa amata terra dei Marsi», antepone, «ho il dovere di chiedere alla politica, senza distinzioni, soluzioni più rispettose di ogni uomo. E’ doverosa una disciplina dei flussi immigratori e delle delicate questioni legate alla presenza di persone appartenenti a culture diverse». Nel Santoro-pensiero c’è tuttavia un’ampia apertura verso l’integrazione. «Credo», conclude, «sia possibile nel quotidiano vivere la ricchezza del progetto di Dio per tutti i suoi figli che abitano la nostra Marsica». Un augurio che vuole essere più di una speranza.