Case popolari: «Dopo 39 mesi tante famiglie ancora sfollate»
L’AQUILA. Ancora proteste da parte dell’associazione Mia casa che torna a criticare il modo in cui è stata gestita la ricostruzione o riparazione dell’edilizia residenziale pubblica. «Dopo più di 39...
L’AQUILA. Ancora proteste da parte dell’associazione Mia casa che torna a criticare il modo in cui è stata gestita la ricostruzione o riparazione dell’edilizia residenziale pubblica.
«Dopo più di 39 mesi dal terremoto», si legge in una nota del coordinatore Pio Rapagnà, «molte famiglie ancora non hanno la possibilità di rientrare in condizione di massima sicurezza nemmeno negli alloggi pubblici dell'Ater e del Comune dell'Aquila classificati A, B e C. Già nel corso della audizione dell'8 ottobre 2009 alla seconda Commissione del consiglio regionale», si legge ancora, «riferiva che le unità immobiliari danneggiate erano 1162. Di queste: 196 classificate A; 28 classificate B; 11 classificate C; oltre 660 classificate E e 8 classificate F. Gli alloggi danneggiati dal sisma, a seguito di successive verifiche, sono passati da 1162 a 1485: 490 classificati con esito A, 293 classificati B, 23 C e 679 E, mentre due sono stati gli stabili crollati. Nulla è stato trasmesso e attuato dal Comune dell'Aquila e da quelli del cratere».
«Il coordinamento Mia Casa, per questo, ha sempre contestato i dati della Protezione civile, dell'Ater, dei Comuni: praticamente sembravano “scomparsi e cancellati” dai programmi di riparazione e ricostruzione almeno 2435 alloggi pubblici che, nelle schede e negli elenchi delle prime verifiche delle agibilità e dei danni, sono stati considerati “agibili” e classificati A, a prescindere dai danni effettivamente subiti. Chiediamo ai soggetti attuatori di attenersi ai criteri delle ordinanze».
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