Cavalli dentro la chiesa cara a Giovanni Paolo II

Il piccolo tempio a quota 2.200 metri di altitudine sporcato dagli animali portati da un gruppo di turisti stranieri. Gli alpini chiamano i carabinieri

L’AQUILA. Volevano forse imitare i «colleghi» di bronzo, cioè le statue della quadriga della più famosa basilica di San Marco a Venezia. O forse hanno più semplicemente seguito l’istinto, andando verso un luogo caldo per ripararsi da tramontana e neve. Una bella faccia...di bronzo l’hanno invece avuta quei misteriosi cavalieri stranieri (qualcuno dice addirittura svizzeri) in giro sul Gran Sasso, che hanno pensato bene di poterli «parcheggiare» all’interno della chiesetta della Madonna della Neve di Campo Imperatore, a quota 2200 metri, costruita nel 1934, restaurata nel 1992 dagli Alpini della sezione Abruzzi e benedetta il 20 giugno 1993 dall’allora pontefice, oggi santo, Giovanni Paolo II.

Loro, i cavalli in carne e ossa, complice la bufera in atto, non ci hanno pensato su due volte, quando hanno spinto la porta col muso trovando riparo dentro il luogo sacro, all’ombra dell’icona della Vergine. Sosta breve ma intensa, visto che hanno lasciato tracce fisiologiche abbondanti del loro passaggio. Lo si vede dalle foto del sito dell’associazione Assergi racconta. Chi ci è entrato narra di aver sentito un odore un po’ diverso dall’incenso. Fatta la scoperta sono dovuti intervenire gli alpini che quotidianamente curano il decoro di quel luogo sacro, di fatto sempre aperto. Si sono indignati, si sono rimboccati le maniche, hanno ripristinato l’aula liturgica e hanno informato il parroco di Assergi e i carabinieri. A nulla, a quanto pare, sono valse le rimostranze dei presenti, come riferisce uno dei testimoni del singolare episodio, il gestore dell’albergo di Campo Imperatore Paolo Pecilli.

«Nonostante le difficoltà di comunicazione dovute alla lingua», racconta, «queste persone sono state più volte invitate a spostare gli animali altrove. Ci sono rimasti un’oretta, poi sono stati fatti uscire. Anche noi abbiamo collaborato alla pulizia. Anzi, ci hanno detto che erano comunque creature di Dio». Del resto, un giorno, a proposito degli animali, Giovanni Paolo II disse: «Anch’essi sono frutto dell’azione creatrice di Dio. I testi sacri ammettono che anche gli animali hanno un soffio vitale e che l’hanno ricevuto da Dio. Sotto questo aspetto l’uomo, uscito dalle mani di Dio, appare solidale con tutti gli esseri viventi». Peccato che, varcando la porta del tempio, quei quadrupedi svizzeri, e i loro padroni, per il resto sempre così precisi, abbiano dimenticato...i pannoloni.

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