Cave trasformate in parchi con l’utilizzo delle macerie

Firmato l’accordo di programma tra il Comune e il ministero dell’Ambiente Un tetto alle spese di trasporto degli inerti per bloccare i viaggi fuori regione

L’AQUILA. Un accordo di programma per favorire il riutilizzo, all’Aquila, delle macerie provenienti da demolizioni e ristrutturazioni di edifici pubblici e privati. Macerie che, complice anche l’assenza di un tetto sui costi relativi alla rimozione e al trasporto, vengono portate (per quel che riguarda gli edifici privati) soprattutto fuori regione. Un “mercato” fiorente dove a guadagnare, sui danni prodotti dal terremoto del 2009, sono altri. L’accordo, siglato ieri dal ministro dell’Ambiente Corrado Clini e dal sindaco Massimo Cialente, «andrà a creare le condizioni per conservare all’Aquila questo “patrimonio”». Di ciò si sono detti convinti sia il primo cittadino che il ministro, tanto più che le macerie – una volta selezionate – andranno utilizzate per il ripristino ambientale della cave pubbliche dismesse sul territorio aquilano. Nel solco di un’intesa già avviata, l’accordo prevede, tra l’altro, la realizzazione di una piattaforma per la lavorazione delle macerie che non possono essere selezionate sul posto (in particolare quelle del centro storico). L’impegno prioritario resta quello di individuare i possibili impieghi del materiale inerte selezionato, con particolare riferimento agli interventi di ripristino ambientale delle tante cave pubbliche dismesse. A garantire gli interventi previsti nell’accordo sarà un comitato di esperti, presieduto dal professore Paolo Dell’Anno, già consigliere giuridico del ministero dell’Ambiente.

In cima all’elenco delle cave da recuperare e trasformare in parchi, c’è quella di Pontignone (Tempera) finora utilizzata al 50% delle sue possibilità. A seguire sarà la volta della cava di San Giuliano e poi delle due a ridosso del sito archeologico di Amiternum.

«L'intesa esprime l'interesse pubblico di conservare le macerie», ha spiegato il ministro Clini, «creando le condizioni perché sia conveniente l’uso del pubblico. Questo accordo produrrà vantaggi non solo ambientali ma anche economici con l’abbattimento dei costi e la fine delle speculazioni». Infatti sarà il pubblico, attraverso l’Asm, a offrire alle ditte impegnate nella ricostruzione servizi a costi contenuti. «Ciò, insieme all’apposizione di un tetto per le spese di smaltimento delle macerie, attualmente non previsto, consentirà di mettere fine ai “viaggi” fuori regione. Un “mercato” », ha detto il sindaco rivolgendosi al prefetto Francesco Alecci (presente all’iniziativa), «da monitorare con cura».

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