Chiodi: "Case B e C pronte entro un anno"
Il commissario alla ricostruzione risponde alle domande poste su questo giornale da Giustino Parisse
L’AQUILA. Case B e C pronte in un anno. Massimo entro lunedì definite le linee guida per la ricostruzione dei centri storici. Soldi al 100 per cento per le prime case e per le seconde garantito l’intervento dello Stato sulle parti comuni e il rafforzamento strutturale. Queste alcune delle risposte del commissario per la ricostruzione Gianni Chiodi che ha affrontato i quesiti posti da Giustino Parisse.
Nel corso di un incontro con la stampa, il presidente della Regione ha condotto una conferenza-fiume che ha avuto come filo conduttore le domande rivoltegli, il 18 febbraio scorso, dal giornalista del Centro. I temi trattati sono stati diversi, dalla ricostruzione alle macerie, dai fondi ai tempi ipotizzati per la conclusione dei lavori fino al futuro dei consorzi in via di formazione tra i cittadini che abitano nei centri storici. Chiodi rassicura sulla zona franca: il percorso burocratico è terminato ed è pronta la richiesta di 45 milioni per il rilancio delle imprese. Pronte anche le linee guida per i centri storici: il decreto potrebbe arrivare entro lunedì. Chiodi, tuttavia, esordisce, con una raccomandazione politica: «Il terremoto dell’Aquila non deve diventare un’occasione di confronto politico in vista delle prossime elezioni che non devono essere giocate sulla pelle degli aquilani. Basta con il gioco quotidiano delle lamentazioni, esercitato non solo da amministratori ma anche da altri personaggi spesso poco informati: è pericoloso e irresponsabile. Basta con la dilagante e faziosa retorica dell’Apocalisse. A leggere qualche cronaca, L’Aquila sembra una città senza speranza, con la criminalità organizzata alle porte e ditte compromesse che premono per fare affari. Spero che la magistratura faccia chiarezza e che punisca coloro che infrangono le regole. Io, da parte mia, sarò molto rigoroso nei confronti delle azioni e dei comportamenti delle persone che lavorano con me e che dovessero avere atteggiamenti non rispettosi delle regole. Mentre tanti si lamentano, tanti cittadini aquilani, come i friulani del 1976, vanno avanti e non demordono. La fiducia bisogna costruirla ogni giorno ma così facendo si crea solo un clima di pessimismo che non porta a nulla di buono». Per Chiodi, insomma, bisogna «fare squadra».
I TEMPI PER LE CASE. Chiodi detta i tempi per la ricostruzione: «Le linee guida saranno divulgate entro lunedì. È uno strumento che agevola i piani per la ricostruzione dei centri storici che toccano ai Comuni. Il complesso processo di condivisione è stato portato avanti sotto il coordinamento dell’architetto Gaetano Fontana». La struttura di missione sarà snella, promette Chiodi: massimo 30 persone. «Se i piani di ricostruzione che elaboreranno i sindaci si inseriranno all’interno di queste indicazioni, sarà più facile procedere». Chiodi lascia ai sindaci la libertà di usufruire o meno della struttura tecnica. «È a loro disposizione, ma se vogliono trovare soluzioni alternative sono liberissimi di farlo». I tempi per le case B e C sono di «almeno un anno», secondo Chiodi, che aggiunge: «Finora sono stati dati 4000 contributi definitivi ma a oggi i cantieri aperti sono un’inezia. Bisogna accelerare, le imprese devono darsi da fare. Per le case E, invece, c’è da tener conto di vari fattori, dalla complessità dell’intervento alla progettazione. Questa ricostruzione non potrà partire prima del 31 dicembre, termine prorogato chiesto dai professionisti per presentare i progetti. Per le cosiddette prime case l’intervento è al 100% mentre per le seconde case gli interventi strutturali e le parti comuni sono a carico dello Stato e le parti interne sono in carico ai privati. Ci sono già sei delibere Cipe. Per la ricostruzione, finora, ci sono fondi per 4 miliardi e 623 milioni».
LE MACERIE. Chiodi chiede aiuto al ministero dell’Ambiente. Un solo sito di smaltimento aperto dopo 10 mesi, secondo Chiodi, è il frutto delle «normative europee inderogabili» che non hanno permesso né ai Comuni, né al capo della Protezione civile di intervenire per risolvere il problema dei problemi. Invocata una «normativa straordinaria» che metta da un lato al riparo gli amministratori dal pericolo di ricevere avvisi di garanzia e dall’altro faccia da scudo con l’Unione europea per le eventuali infrazioni. Chiodi si dice pronto a chiedere «uno sforzo ulteriore» all’esercito e ai vigili del fuoco per lo smaltimento delle macerie, quattro milioni e mezzo di tonnellate. «La legislazione di questi mesi», aggiunge, «ha scelto un modello localistico, attribuendo ai Comuni la necessità di organizzarsi. Un’ordinanza successiva, di fronte alle oggettive difficoltà dei Comuni, dava facoltà al commissario Bertolaso di individuare i siti, procedere all’occupazione di urgenza e alla requisizione e avvalersi del genio militare per le lavorazioni delle macerie. «Se, nonostante tutte queste possibilità, nessuno è intervenuto, è perché queste ordinanze davano possibilità di deroga a eccezione di una, quella riferita alla normativa europea».
I CONSORZI. Alla domanda sui consorzi Chiodi risponde che le linee guida prevedono la formazione di «ambiti» che conterranno progetti diversi. «Sarà garantita la massima trasparenza e per gli interventi più complessi ci saranno programmi integrati con procedure a evidenza pubblica e l’individuazione di un unico soggetto attuatore. S’invitano i cittadini a informarsi per non incorrere in millantatori o in imprese non adeguatamente attrezzate. Si possono chiedere informazioni alla prefettura e alla struttura per la gestione dell’emergenza».
ZONA FRANCA. Per oggi Chiodi attende una lettera dal ministero dello Sviluppo economico, che gli è stata anticipata via fax, che gli attribuisce la funzione di richiedere i fondi al Cipe per la zona franca urbana, cioè l’inserimento di una parte del territorio, tutta ricompresa all’interno del Comune dell’Aquila, nella quale le piccole aziende possano godere di particolari benefici ed esenzioni fiscali per favorire il rilancio. «L’iter burocratico si è concluso. Darò il via libera affinché i 45 milioni previsti vengano stanziati per la ricostruzione e questo permetterà alla nostra economia di respirare. Ci saranno altre iniziative in favore delle attività danneggiate dal sisma. Ci sono 44 milioni per le domande di indennizzo dalle attività commerciali. Inoltre, 35 milioni sono stati messi a disposizione dalla Regione. Abbiamo elaborato un bando e ci sarà tempo fino al 15 marzo»
Nel corso di un incontro con la stampa, il presidente della Regione ha condotto una conferenza-fiume che ha avuto come filo conduttore le domande rivoltegli, il 18 febbraio scorso, dal giornalista del Centro. I temi trattati sono stati diversi, dalla ricostruzione alle macerie, dai fondi ai tempi ipotizzati per la conclusione dei lavori fino al futuro dei consorzi in via di formazione tra i cittadini che abitano nei centri storici. Chiodi rassicura sulla zona franca: il percorso burocratico è terminato ed è pronta la richiesta di 45 milioni per il rilancio delle imprese. Pronte anche le linee guida per i centri storici: il decreto potrebbe arrivare entro lunedì. Chiodi, tuttavia, esordisce, con una raccomandazione politica: «Il terremoto dell’Aquila non deve diventare un’occasione di confronto politico in vista delle prossime elezioni che non devono essere giocate sulla pelle degli aquilani. Basta con il gioco quotidiano delle lamentazioni, esercitato non solo da amministratori ma anche da altri personaggi spesso poco informati: è pericoloso e irresponsabile. Basta con la dilagante e faziosa retorica dell’Apocalisse. A leggere qualche cronaca, L’Aquila sembra una città senza speranza, con la criminalità organizzata alle porte e ditte compromesse che premono per fare affari. Spero che la magistratura faccia chiarezza e che punisca coloro che infrangono le regole. Io, da parte mia, sarò molto rigoroso nei confronti delle azioni e dei comportamenti delle persone che lavorano con me e che dovessero avere atteggiamenti non rispettosi delle regole. Mentre tanti si lamentano, tanti cittadini aquilani, come i friulani del 1976, vanno avanti e non demordono. La fiducia bisogna costruirla ogni giorno ma così facendo si crea solo un clima di pessimismo che non porta a nulla di buono». Per Chiodi, insomma, bisogna «fare squadra».
I TEMPI PER LE CASE. Chiodi detta i tempi per la ricostruzione: «Le linee guida saranno divulgate entro lunedì. È uno strumento che agevola i piani per la ricostruzione dei centri storici che toccano ai Comuni. Il complesso processo di condivisione è stato portato avanti sotto il coordinamento dell’architetto Gaetano Fontana». La struttura di missione sarà snella, promette Chiodi: massimo 30 persone. «Se i piani di ricostruzione che elaboreranno i sindaci si inseriranno all’interno di queste indicazioni, sarà più facile procedere». Chiodi lascia ai sindaci la libertà di usufruire o meno della struttura tecnica. «È a loro disposizione, ma se vogliono trovare soluzioni alternative sono liberissimi di farlo». I tempi per le case B e C sono di «almeno un anno», secondo Chiodi, che aggiunge: «Finora sono stati dati 4000 contributi definitivi ma a oggi i cantieri aperti sono un’inezia. Bisogna accelerare, le imprese devono darsi da fare. Per le case E, invece, c’è da tener conto di vari fattori, dalla complessità dell’intervento alla progettazione. Questa ricostruzione non potrà partire prima del 31 dicembre, termine prorogato chiesto dai professionisti per presentare i progetti. Per le cosiddette prime case l’intervento è al 100% mentre per le seconde case gli interventi strutturali e le parti comuni sono a carico dello Stato e le parti interne sono in carico ai privati. Ci sono già sei delibere Cipe. Per la ricostruzione, finora, ci sono fondi per 4 miliardi e 623 milioni».
LE MACERIE. Chiodi chiede aiuto al ministero dell’Ambiente. Un solo sito di smaltimento aperto dopo 10 mesi, secondo Chiodi, è il frutto delle «normative europee inderogabili» che non hanno permesso né ai Comuni, né al capo della Protezione civile di intervenire per risolvere il problema dei problemi. Invocata una «normativa straordinaria» che metta da un lato al riparo gli amministratori dal pericolo di ricevere avvisi di garanzia e dall’altro faccia da scudo con l’Unione europea per le eventuali infrazioni. Chiodi si dice pronto a chiedere «uno sforzo ulteriore» all’esercito e ai vigili del fuoco per lo smaltimento delle macerie, quattro milioni e mezzo di tonnellate. «La legislazione di questi mesi», aggiunge, «ha scelto un modello localistico, attribuendo ai Comuni la necessità di organizzarsi. Un’ordinanza successiva, di fronte alle oggettive difficoltà dei Comuni, dava facoltà al commissario Bertolaso di individuare i siti, procedere all’occupazione di urgenza e alla requisizione e avvalersi del genio militare per le lavorazioni delle macerie. «Se, nonostante tutte queste possibilità, nessuno è intervenuto, è perché queste ordinanze davano possibilità di deroga a eccezione di una, quella riferita alla normativa europea».
I CONSORZI. Alla domanda sui consorzi Chiodi risponde che le linee guida prevedono la formazione di «ambiti» che conterranno progetti diversi. «Sarà garantita la massima trasparenza e per gli interventi più complessi ci saranno programmi integrati con procedure a evidenza pubblica e l’individuazione di un unico soggetto attuatore. S’invitano i cittadini a informarsi per non incorrere in millantatori o in imprese non adeguatamente attrezzate. Si possono chiedere informazioni alla prefettura e alla struttura per la gestione dell’emergenza».
ZONA FRANCA. Per oggi Chiodi attende una lettera dal ministero dello Sviluppo economico, che gli è stata anticipata via fax, che gli attribuisce la funzione di richiedere i fondi al Cipe per la zona franca urbana, cioè l’inserimento di una parte del territorio, tutta ricompresa all’interno del Comune dell’Aquila, nella quale le piccole aziende possano godere di particolari benefici ed esenzioni fiscali per favorire il rilancio. «L’iter burocratico si è concluso. Darò il via libera affinché i 45 milioni previsti vengano stanziati per la ricostruzione e questo permetterà alla nostra economia di respirare. Ci saranno altre iniziative in favore delle attività danneggiate dal sisma. Ci sono 44 milioni per le domande di indennizzo dalle attività commerciali. Inoltre, 35 milioni sono stati messi a disposizione dalla Regione. Abbiamo elaborato un bando e ci sarà tempo fino al 15 marzo»