Ci sono 70 milioni da spendere

L’assessore Stati: «L’ultima parola a Provincia e Comune dell’Aquila»

 L’AQUILA. E’ un fiume di soldi, destinato ad ingrossarsi giorno dopo giorno, ma il cui sbocco nel mare aperto degli interventi concreti e delle opere visibili è ancora tutto da quantificare. La solidarietà dell’Italia, e non solo, nei confronti delle popolazioni terremotate d’Abruzzo è scattata sin dalle prime luci di quel lunedì 6 aprile, quando la portata della tragedia provocata dal sisma fu visibile al mondo, ed oggi è testimoniata da numeri impressionanti, milioni di euro accumulati in un mese. Spulciando il lungo elenco di iniziative promosse in ogni angolo del Paese, tra raccolte di fondi, contributi di Fondazioni e istituti di credito e di singoli, stanziamenti di Enti e società, si arriva a contare più di 70 milioni di euro, 140 miliardi delle vecchie lire.
 La corsa in aiuto alle migliaia e migliaia di persone rimaste senza casa e costrette a vivere nelle tendopoli e nelle roulotte, senza contare gli sfollati ospitati negli alberghi lungo la costa, non si è esaurita, perchè quotidianamente registriamo un pullulare di manifestazioni, concerti, eventi culturali e sportivi che mantengono per fortuna alta l’attenzione nei confronti di questa terra martoriata. Ma la domanda che tutti, inevitabilmente, si pongono è sempre la stessa: dove e come sarà gestito tanto denaro?

PROVINCIA E COMUNE. Il quesito, girato all’assessore regionale alla Protezione civile Daniela Stati, non trova al momento risposte certe, perchè la macchina dello Stato deve muoversi in più direzioni, in base ad una precisa scala delle priorità. «Ne abbiamo parlato con Bertolaso, il prefetto e le istituzioni locali - spiega l’esponente della Giunta abruzzese - Solo un accenno in uno dei nostri ultimi incontri, perchè altri erano i punti in discussione, ma certo i grandi gesti di solidarietà compiuti sinora dovranno essere tradotti in fatti concreti». L’assessore indica già un primo terminale a cui fare riferimento: «La parola decisiva la dovranno pronunciare Provincia e Comune di L’Aquila, in base alla mappatura delle opere che necessiteranno di restauro o ricostruzione vera e propria. Probabilmente saranno istituite delle commissioni congiunte, in grado di muoversi in modo celere, affinchè i fondi destinati a precisi scopi siano utilizzati al più presto. Penso a chi ha proposto di ricostruire un teatro, le scuole, gli asili o di restaurare chiese e monumenti. Trasparenza e correttezza nella spesa di quel denaro saranno le parole d’ordine a cui ci atterremo».

GLI SMS. La più semplice, e di fatto redditizia, delle donazioni è risultata quella fatta attraverso sms da cellulari e chiamate da rete fissa, componendo il numero 48580 sino al 30 aprile scorso. Il tam tam televisivo di Rai e Mediaset, oltre agli spot dei gestori telefonici, ha avuto grande efficacia: più di 22 i milioni di euro giunti a destinazione. Soldi interamente devoluti al Dipartimento della Protezione civile. L’impegno di Caritas e Cei (la Conferenza dei vescovi) è quantificabile in 11 milioni di euro, poi seguono le Fondazioni delle Casse di Risparmio, la Croce Rossa, il Rotary e vari Enti. Ma anche i mass media hanno fatto, e continuano a svolgere, la loro parte: Sky ha chiuso oltre quota 2 milioni, ieri sera la trasmissione di Bruno Vespa «Porta a Porta», su Raiuno, ha raccolto 1.315.000 euro fra i telespettatori. Il nostro giornale, insieme al gruppo Espresso-Repubblica e alle Casse di Risparmio dell’Aquila, di Pescara, Teramo e Chieti, è arrivato a 1 milione 687.465 euro con la sua sottoscrizione. Così suddivisa: Carispaq 289.346; Tercas 366.640; Carichieti 75.100; Banca Caripe 856.379. A cui vanno aggiunti i 100 mila euro donati dal Centro.

GLI AIUTI. Comincia, dunque, la fase più delicata, trasformare i soldi destinati all’Abruzzo in cose concrete e, soprattutto, utili: gli aquilani e i residenti negli altri comuni e frazioni colpiti dal terremoto sono in trepidante attesa. «Abbiamo bisogno di aiuti veri, non più di parole o promesse» si lamentavano alcuni sfollati, ieri, a piazza d’Armi. Ascoltarli è un dovere, adesso.
  
LA SOTTOSCRIZIONE DEL GRUPPO ESPRESSO I numeri di conto corrente utili