Cialente: servono 370 milioni per i lavori già eseguiti

Il sindaco Massimo Cialente parla dopo l'approvazione unanime del documento che chiede una proroga su detassazione e cassa integrazione in deroga fino al 30 giugno 2011

L'AQUILA. È di 370 milioni di euro la richiesta di fondi che sarà presentata al governo «per definire l'emergenza in relazione agli impegni già assunti». Il sindaco Massimo Cialente parla dopo l'approvazione unanime del documento che chiede una proroga su detassazione e cassa integrazione in deroga fino al 30 giugno 2011.

IL DOCUMENTO. Nel documento, approvato dal consiglio comunale all'Emiciclo alla presenza del commissario per l'emergenza, Gianni Chiodi, si chiede anche una successiva rateizzazione dei rimborsi dovuti secondo tempi e modalità già adottate nel sisma Umbria-Marche. Tra le richieste avanzate c'è il congelamento del pagamento mutui per proprietà inagibili, con l'esclusione degli interessi. Si chiede, inoltre, l'azzeramento delle spese fisse per le utenze nelle case non abitate, così come il congelamento dei finanziamenti fino a un massimo di 5 anni.

LE MODIFICHE.
Rispetto alle richieste originarie sono state prodotte delle modifiche a seguito del dibattito in aula. Secondo le indicazioni iniziali, terminato il periodo di detassazione si sarebbe dovuti procedere all'applicazione di un regime di aliquote differenziato: detassazione per redditi inferiori a 12mila euro; tassazione al 23% per redditi inferiori a 100mila euro; tassazione al 33% per redditi superiori. Questo punto è stato però eliminato poco prima della votazione. Così come è stata eliminata la possibilità di creare un confidi di stato ad hoc, la cui costituzione è già stata inquadrata dalla legge 77 del terremoto. Infine, il blocco degli Studi di settore, ultimo punto indicato dal documento, verrà limitato ai tre anni per le sole aziende del cratere.

I CITTADINI. All'assise hanno partecipato cittadini, rappresentanti sindacali e associazioni di categoria, compatti nella richiesta di agevolazioni fiscali, attraverso una petizione. «Con questa petizione chiediamo allo Stato e a tutti i suoi organi», ha spiegato il tributarista Luigi Fabiani, «di farci «da banca per cinque anni», per dire che noi vogliamo all'Aquila una zona franca di fatto».  

REAZIONI.
Il commissario Chiodi ha ribadito che «per la proroga delle tasse stiamo facendo i nostri passi. Ne ho parlato qualche giorno fa col presidente del consiglio, il sottosegretario Letta è stato sollecitato in tutti i modi. Resta la riserva del ministro Tremonti che rifiuta anche di incontrarci». Mentre i consiglieri regionali, Luca Ricciuti (Pdl) e Giorgio De Matteis (Mpa), sono intervenuti sulle prospettive della zona franca, i quattro parlamentari abruzzesi, ospiti del consiglio straordinario Pierluigi Mantini (Udc), Paola Pelino e Marcello De Angelis (Pdl) e Gianni Lolli (Pd) hanno indicato una strada in salita. «Il differenziale tra i titoli di Stato spagnoli e quelli italiani», ha spiegato Mantini, «è solo dello 0,1%; se tutto va bene il nostro Paese dovrà fare due anni di sacrifici, ma se le cose vanno male rischiamo di vivere la stessa situazione della Grecia».

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