Colpi di pistola contro un vigilante

Misterioso agguato a Corfinio. Il giovane: «Volevano uccidermi»

CORFINIO. Un avvertimento nello stile della criminalità organizzata o un vero e proprio agguato fallito. Sono le due ipotesi al vaglio della squadra anticrimine del commissariato di Sulmona dopo l’inquietante episodio che si è verificato l’altra notte a Corfinio. Una guardia giurata di 33 anni, di Avezzano, è stata bersaglio di alcuni colpi di pistola. «Volevano ammazzarmi»: afferma il vigilante, che in passato aveva ricevuto minacce.

COLPITA L’AUTO. L’uomo ha contato sei colpi passargli sulla testa. Due quelli che sono andati a conficcarsi nella carrozzeria dell’auto di servizio. Sulla vicenda il sostituto procuratore Maria Teresa Leacche ha aperto un fascicolo contro ignoti in cui si ipotizza il tentativo di omicidio nei confronti della guardia giurata. Il difficile compito di dipanare l’intricata matassa è stato affidato agli ispettori della squadra anticrimine, che stanno lavorando ininterrottamente con il solo obiettivo di individuare i responsabili.

IL POSTO. Il vigilante dell’Ivri, G.M., stava facendo il solito giro delle fabbriche della Valle Peligna controllate dall’istituto. Un compito che gli era stato affidato da qualche mese. Prima aveva sempre ispezionato il territorio marsicano. Era da poco passata la mezzanotte quando l’auto del vigilante, dopo aver percorso il centro storico, si è diretta verso la zona industriale di Corfinio. Una zona poco frequentata, soprattutto di notte.

L’AGGUATO. L’uomo ha fermato la sua auto proprio davanti al piazzale della Lafarge gessi, in località Impianata, lasciando il motore in moto e i fari accesi. Stava per incamminarsi verso l’ingresso della fabbrica che produce pannelli in gesso, quando è arrivata un’auto a tutta velocità. All’interno almeno tre persone.

IL RACCONTO. «Forse mi avevano seguito», ha raccontato la guardia giurata alla polizia, «ho visto scendere frettolosamente un uomo che impugnava una pistola, mi sono buttato a terra cercando riparo dietro la mia auto. Ho sentito una scarica di colpi e i proiettili colpire la carrozzeria dell’auto. Hanno sparato ad altezza d’uomo, volevano uccidermi». La vettura è stata centrata nella parte posteriore. Poi la sgommata e l’auto che è ripartita a tutta velocità, sparendo nel buio della notte. Un’azione fulminea, solo pochi secondi. «Avevo il terrore che tornassero di nuovo», riprende a raccontare il vigilante, «così mi sono attaccato al telefono e ho chiamato il 113, dicendo che c’era qualcuno che voleva ammazzarmi».

RICERCHE DI NOTTE. In pochi minuti due auto della polizia si sono portate sul posto dove sono stati esplosi i colpi di pistola. Le ricerche sono andate avanti per tutta la notte. Nel frattempo il vigilante, visibilmente scosso per l’accaduto e in preda a un forte shock, è stato accompagnato al pronto soccorso dell’ospedale di Avezzano, dove è stato visitato.

LE MINACCE. Dopo aver sequestrato l’auto di servizio del vigilante, così come disposto dalla magistratura, gli ispettori dell’anticrimine hanno provveduto a recuperare le pallottole che erano rimaste conficcate nella carrozzeria. Due proiettili calibro 7,65 che ora sono al vaglio della Scientifica. I poliziotti hanno ascoltato la guardia giurata alla ricerca di quei particolari che potrebbero indirizzarli verso la pista giusta. Ai poliziotti l’uomo avrebbe rivelato di aver ricevuto nel recente passato delle pesanti minacce legate alla sua attività lavorativa. In un caso gli sarebbe stata recapitata anche una lettera con minacce di morte nei confronti di alcuni familiari. Rivelazioni ritenute molto interessanti e che potrebbero portare già nelle prossime ore all’individuazione dei responsabili dell’agguato.