Conclusa l’iniziativa dell’associazione L’Altra città: «Centro più vivibile e meno inquinamento»

Corso Ovidio senza le auto

La richiesta arriva in municipio insieme a 1.200 firme

SULMONA. Le firme sono arrivate in municipio: sono 1.200. Non si fermano le iniziative dell’associazione «L’Altra città» per ottenere la chiusura del centro storico alle auto e riconsegnare corso Ovidio a pedoni e bambini. Sei le proposte avanzate dall’associazione. Che evidenzia: «Basterebbe adottare il piano traffico già approvato in consiglio comunale nel 1995».
«L’obiettivo della nostra iniziativa», spiega Armando Sulprizio, dell’associazione «L’altra città», «è molto chiaro: chiusura al traffico di corso Ovidio, garantendo però il passaggio dei residenti nelle strade di attraversamento. In questo modo si renderebbe il centro storico più vivibile per tutti, libero dalle auto e senz’altro con un minore tasso di inquinamento».

A questo punto, secondo gli esponenti dell’associazione cittadina, si potrebbe pensare anche ad abbellire e a trasformare sia il Corso che le caratteristiche piazzette del centro storico.
«Una volta allontanate le auto dal centro», aggiunge Sulprizio, «si potrebbero allestire degli spazi con giochi per bambini nelle piazzole del centro e si potrebbe consentire a esercizi commerciali, bar e ristoranti, di sistemare sedie e tavolini all’aperto, come succede in tutti i centri storici di tutte le più belle città. Tutto il centro sarebbe così più vivibile per tutti e avrebbe anche molte più attrattive per i turisti».

Secondo l’associazione, la risposta che l’iniziativa ha avuto da parte dei cittadini dimostra che il problema delle chiusura del centro alle auto è molto sentito.
«Abbiamo raccolto ben 1200 firme», continua Sulprizio, «ci aspettiamo ora una risposta da parte dell’amministrazione, nella speranza che questa iniziativa non resti lettera morta come purtroppo è rimasta, invece, la petizione portata avanti nel 2004 per richiedere la sistemazione di Villa Sardi, la cui condizione di abbandono sembra simboleggiare un po’ i mali di questa città.

Allora c’era un’amministrazione di centrosinistra», ricorda Sulprizio, «oggi c’è un’amministrazione di centrodestra. Ci auguriamo che la risposta alla nostra richiesta non sia, oggi come allora, il silenzio».
Secondo i promotori dell’iniziativa, per la chiusura del centro storico il Comune non dovrebbe spendere nemmeno tempo e risorse per l’elaborazione di nuovi piani e nuovi studi.
«Si potrebbe riprendere, eventualmente apportando i necessari adeguamenti legislativi», conclude Sulprizio, «il piano traffico elaborato nel 1995 e che prevedeva proprio la chiusura del Corso. Un piano che aveva già avuto parere favorevole dell’allora consiglio comunale in carica».