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Crac vecchia L’Aquila calcio pene ridotte in Appello

L’AQUILA. Pene ridotte in appello per la bancarotta fraudolenta conseguente al crac della vecchia L’Aquila calcio, fallita nel 2004 con due milioni di debiti, mentre militava in serie C2. Infatti in...

L’AQUILA. Pene ridotte in appello per la bancarotta fraudolenta conseguente al crac della vecchia L’Aquila calcio, fallita nel 2004 con due milioni di debiti, mentre militava in serie C2.

Infatti in primo grado l’ex presidente Michele Passarelli, 70 anni, calabrese, venne condannato a sette anni e mezzo di reclusione mentre il suo successore, l’imprenditore aquilano Eliseo Iannini, oggi impegnato nella ricostruzione, fu ritenuto colpevole ma con una responsabilità minore: 4 anni di carcere. Ieri, in occasione del processo di secondo grado, il collegio ha ridotto le pene visto che a Passarelli sono stati inflitti 4 anni e mezzo di carcere e tre anni a Iannini. Un risultato comunque positivo raccolto dalle difese a fronte di condanne davvero molto pesanti inflitte dal tribunale poco più di un anno fa. Comunque i difensori di Passarelli, gli avvocati Antonio Valentini e Fabrizio Giancarli, e Massimo Manieri e Luca Meogrossi, ricorreranno in Cassazione per avere verdetti ancor più favorevoli.

I due imputati, in particolare, erano accusati di avere distratto dal patrimonio societario somme di una certa consistenza che erano destinate invece ai creditori. Una brutta fine per una squadra che sfiorò la promozione nella serie cadetta portando anche ottomila persone al Fattori come in un match vinto con il Palermo.

In primo grado erano state assolte e comunque erano state tirate fuori dal processo per prescrizione anche altre persone che, in qualche misura, influirono nella gestione dell’Aquila calcio, un sodalizio che, a scanso di equivoci, non ha nulla a che spartire con il club rossoblù che attualmente lotta per la promozione in serie B.

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(g.g.)

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