Crollo dell’olio, chiesta la calamità

Il consiglio di Raiano invia i documenti alla Regione: 80% di produzione in meno

RAIANO. Crolla la produzione di olio di oliva e scatta la richiesta di stato di calamità naturale. A correre in aiuto degli agricoltori, l’amministrazione comunale di Raiano, guidata dal sindaco Marco Moca.

«La raccolta delle olive ha fatto registrare un tracollo per oltre l’80% di prodotto finito», afferma il primo cittadino, «un danno senza precedenti che ha messo in ginocchio i produttori del nostro comune, contribuendo ad impoverire l’economia dell’intera Valle Peligna. Famiglie che non possono essere lasciate da sole soprattutto in questo periodo di crisi».

Da qui la richiesta inviata alla Regione per ottenere il riconoscimento dello stato di calamità naturale. Il documento ha visto un passaggio in consiglio dove è stata votata all’unanimità.

A sfavorire la raccolta delle olive e della produzione di olio il proliferare di un parassita. Si tratta della cosiddetta mosca olearia. In particolare, gli sbalzi di temperatura, insieme al freddo della scorsa estate, hanno creato le condizioni ideali per la proliferazione della mosca che ha distrutto interi raccolti.

Il parassita molto temuto dagli olivicoltori, anni indietro, era strettamente sorvegliato dall’Agenzia regionale per lo sviluppo agricolo.

«Quest’anno è stato un vero disastro», afferma Gabriele Camerlengo, presidente della cooperativa agricola Ephedra di Raiano, «come azienda siamo riusciti a limitare i danni anticipando la raccolta delle olive, ma resta un bilancio estremamente negativo. Credo che si poteva porre un freno al parassita se avessimo potuto utilizzare il supporto dell’Arssa».

Il riferimento è alla capacità di monitorare la presenza della mosca incrociando dati di diverse variabili, come altimetria, umidità e tipo di coltura. Il sistema messo a segno dall’agenzia riusciva a limitare i danni della mosca consigliando tempi di raccolta e prodotti da utilizzare. Poi l’agenzia è stata soppressa.

Federico Cifani

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