Curcio: «Nuove scuole tema centrale, siamo al fianco dei sindaci» 

Il coordinatore della struttura di missione sisma 2009 incontra gli amministratori a Fossa: «Le risorse ci sono»

FOSSA. Accelerare sulla ricostruzione delle scuole, massima attenzione ai progetti di rinascita sociale e culturale, riprogrammazione dei fondi già a partire dal prossimo anno, sveltire le procedure, focus sulla ricostruzione delle chiese.
Si è parlato di questo, ma non solo, nell’incontro che si è tenuto a Fossa, nella sede dell’Ufficio speciale per i Comuni del cratere fra i sindaci che fanno parte del coordinamento, il dirigente dell’Usrc Raffaello Fico e Fabrizio Curcio, nella sua veste di coordinatore della Struttura di missione sisma 2009 della presidenza del consiglio dei ministri.
Dottor Curcio, qual è stata la sollecitazione maggiore che le è arrivata dai sindaci?
«La ricostruzione delle scuole è un tema centrale, le scuole sono fondamentali per le comunità, significano naturalmente formazione dei giovani, ma anche segnale di radicamento e di ripartenza per le popolazioni dei territori colpiti dal sisma».
Negli ultimi tempi giungono anche richieste pressanti per riaprire le chiese.
«Anche di questo abbiamo parlato con i primi cittadini. Le chiese sono luoghi di culto, ma anche elementi identitari come lo sono anche altre emergenze monumentali. Naturalmente è impossibile pensare di fare tutto in poco tempo, anche qui d’intesa con i sindaci, con il ministero dei Beni culturali e con tutti gli attori interessati puntiamo a una programmazione che restituisca, in un periodo ragionevole, almeno un edificio sacro – parrocchiali o chiese di particolare importanza per la comunità – per ogni paese».
I sindaci spesso segnalano la necessità di accelerare le procedure e snellire gli iter burocratici.
«Su questo vorrei essere chiaro. Dobbiamo utilizzare le norme che ci sono. È impensabile dopo quasi 11 anni rimettere tutto in discussione anche perché il modello messo a punto sta funzionando soprattutto per la ricostruzione privata. Questo non significa che va tutto bene, anzi. Dobbiamo intervenire per capire dove si creano gli intoppi e questo dev’essere fatto con uno sforzo comune, noi della struttura di missione, i sindaci, l’ufficio speciale fino ai tecnici e ai proprietari».
I sindaci le avranno parlato anche della necessità di riprogrammare i fondi sin dal prossimo anno. Lei ha già detto che per adesso non c’è un’urgenza in tal senso.
«Qui vorrei chiarire. Anch’io so bene che si deve cominciare a pensare ai fondi che mancano per completare la ricostruzione 2009. Ho solo messo in evidenza che rispetto ai fondi già stanziati c’è ancora più di un miliardo da spendere. Quindi non c’è pericolo di un blocco dei cantieri da qui a breve. Detto questo, certo che bisogna pensare a riprogrammare i fondi e soprattutto capire quanti miliardi servono ancora. Si è detto fra i 4 e i 5 miliardi, ma lei capisce che fra 4 e 5 miliardi passa un miliardo che non è una piccola cifra».
Sul fronte della ricostruzione sociale i Comuni cosiddetti “minori” soffrono di più della grande città. Il sisma ha finito per ampliare il fenomeno dello spopolamento. Come si può rimediare?
«Questo credo che sia il grande tema su cui tener sempre viva l’attenzione. Scuole, chiese, emergenze storiche e architettoniche sono elementi decisivi per la rinascita, ma serve anche altro. Qui il ruolo dei sindaci credo sia fondamentale. Ho trovato qui a Fossa amministratori motivati che conoscono bene i loro territori e li vogliono far rinascere al più presto. Io credo che bisogna puntare molto più sulla qualità che sulla quantità. I fondi del 4 per cento sono una risposta importante per avere la possibilità di creare lavoro e crescita economica. Bisogna utilizzarli sempre meglio».
Questa visita è un fatto estemporaneo oppure tornerà spesso da queste parti?
«Tornerò spesso: ritengo che chi deve prendere decisioni che vanno a incidere su realtà come quelle dei comuni del cratere sismico debba ascoltare e confrontarsi con chi sul territorio vive e sa quali sono le esigenze».
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