De Matteis: «Cialente nasconde gli intoppi sull’Accord Phoenix»

La critica: «Taciute nove prescrizioni difficili da rispettare» Sull’aeroporto: «Salta il progetto per avere fondi europei»

L’AQUILA. Il sindaco aveva esibito un gufetto. L’opposizione risponde con Pinocchio. Sulla vicenda Accord Phoenix, che sta tenendo col fiato sospeso circa 200 lavoratori, è scontro aperto tra l’amministrazione e i consiglieri comunali della minoranza, capeggiati da Giorgio De Matteis.

Nessuna volontà di affossare l’operazione di insediamento della nuova fabbrica, ma secondo il rappresentante del gruppo L’Aquila città aperta, «la classe dirigente del centrosinistra deve dire la verità, visto che per chiudere la pratica ed erogare i 10,7 milioni di euro Invitalia ha posto ben nove condizioni. Si tratta di prescrizioni tassative», ha sottolineato De Matteis attorniato dai consiglieri dell’opposizione, «che devono essere ottemperate, pena la perdita del finanziamento. Ci pare che Cialente e gli altri stiano continuando a prendere per i fondelli i nostri concittadini. Noi abbiamo a cuore il futuro dei tanti lavoratori che sperano di essere ricollocati: siamo stati colpevolizzati un anno fa per aver lanciato l’allarme, ma ora è finalmente chiaro che siamo gli unici a tutelarli, dicendo come stanno le cose».

Dunque, il percorso annunciato dal sindaco lo scorso 12 maggio e confermato durante l’ultimo tavolo in prefettura, nonostante l’assenza dell’azienda, sarebbe tutt’altro che spianato: per arrivare all’apertura del sito per lo smaltimento di rifiuti elettronici, che permetterebbe di riassumere 128 ex lavoratori del polo elettronico, ci sono nove ostacoli da superare, contenuti nella proposta di Invitalia per la sottoscrizione della determina.

«Sfido il sindaco, il vicepresidente della Regione Giovanni Lolli e la senatrice Stefania Pezzopane», ha intimato De Matteis, «a smentirmi su tutti i passaggi richiesti dall’agenzia del ministero dell’Economia, che devono necessariamente essere rispettati in tempo utile».

Tra gli obblighi previsti nel documento i più spinosi sono quelli che riguardano la disponibilità dell’immobile all’interno del polo elettronico, che va adeguato entro sei mesi e acquisito da Comune ed ex Finmek, e gli adempimenti sull’assetto societario: «Ci sono la rinuncia ai debiti dei soci Accord, cioè le poco note società estere Al One ed Enertyl e il componente del Cda Francesco Baldarelli, un prestito di 2 milioni dalla misteriosa entità Ogam», ha precisato De Matteis, «e la mancata concessione di precedenti contributi e agevolazioni sull’immobile, di cui va certificato lo stato di avanzamento dei lavori».

Ci sono altre condizioni: la conversione a capitale dei crediti vantati dai soci Enertil Investiments Ltd e Francesco Baldarelli per oltre 2 milioni di euro; la rinuncia, da parte della Al One Investiment Ltd, di crediti per 200mila euro; la delibera e la sottoscrizione del previsto aumento di capitale sociale cash per complessivi 4,5 milioni di euro e contestuale versamento dei decimi di legge (25% corrispondenti a 1,125 milioni di euro); la sottoscrizione e il relativo versamento del previsto prestito convertibile (convertible equity) da parte di Ogam per complessivi 2 milioni di euro.

In chiusura De Matteis ha sparato a zero anche sull'aeroporto di Preturo: «Dopo la chiusura a ogni tipo di attività da parte dell’Enac, lo scalo aquilano è definitivamente morto, anche perché è saltato il progetto per ottenere i fondi europei e per recuperarli se ne riparla nel programma 2014-2020».

Sono state toccate, dunque, vicende nodali per l’amministrazione comunale dalla quale la città si aspetta dei chiarimenti vista la posta in gioco.

Romana Scopano

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