Depuratore, è tutto da rifare

Tubi troppo stretti e allacci sbagliati, salta clamorosamente l’inaugurazione di sabato

AVEZZANO. Sembrava tutto fatto e invece l'apertura del depuratore di Avezzano ora diventa un miraggio. Al posto dell'inaugurazione, che prima delle elezioni e anche dopo era stata sbandierata come un grande risultato, c'è stato un sopralluogo che ha rimandato tutto ai progettisti.

È questo l'ultimo colpo di scena per la storia infinita della nuova struttura di Avezzano che avrebbe evitato il proliferare della salmonella nei canali e nei corsi d'acqua del territorio e avrebbe depurato adeguatamente gli scarichi degli avezzanesi. Il depuratore del nucleo industriale, a poche ore dall'inaugurazione prevista sabato, dovrà invece restare chiuso a causa di incongruenze nella realizzazione. Ci sarebbero tubi troppo stretti rispetto a quelli previsti, allacci in posizioni sbagliate ed errori di livelli. Così il Comune, durante un sopralluogo, ha bloccato tutto. Non ci sarà più, quindi, il periodo di collaudo dalla ditta realizzatrice e poi dall’Arap (ex nucleo industriale)  come prevedeva la legge regionale su cui il governo aveva fatto delle osservazioni davanti alla Corte Costituzionale. «Per verificare lo stato di consistenza delle opere», ha affermato l'assessore all'Ambiente, Roberto Verdecchia, «ho promosso un vertice a cui hanno partecipato tutte le parti. È stata accertata, però, la non conformità delle opere nel convogliamento delle acqua dal vecchio depuratore Pozzillo al nuovo. Così, insieme al sindaco, abbiamo deciso di annullare l'inaugurazione, con la richiesta di adeguamento da parte dell'Arap a quello che era il progetto inziale. L'ingresso delle acque è stata fatta trenta metri più in là. Con problemi di livelli. Entro la prossima settimana sarà presentato un nuovo progetto alla Provincia». Sull'episodio interviene anche il sindaco di Avezzano, Gianni Di Pangrazio, che, infuriato, insieme all'assessore all’Ambiente Verdecchia, al presidente della Commissione, Crescenzo Presutti, e ai tecnici del settore ambiente ha disposto l'interruzione dell'iter. «Non sfugge né ai tecnici, né agli amministratori la difformità tra ciò che era stato autorizzato a maggio 2014 dal Comune e ciò che prevedono le prescrizioni della Provincia, rispetto allo stato attuale delle cose».

Il comitato Acqua nostra, il Centro Giuridico del cittadino, Confagricoltura, Confederazione italiana agricoltori (Cia) parlano di «follie italiane senza vergogna» e si dicono «deluse da questi inspiegabili ritardi che vanificano gli sforzi ed il lavoro fatto in queste ultime settimane».

Pietro Guida

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