SULMONA

Detenuto 62enne si accascia in cella e muore. Aperta inchiesta

 A nulla è valso l’intervento degli agenti di polizia penitenziaria arrivati per soccorrere Pietro Guccione rinchiuso perché accusato di mafia

SULMONA. Sulla morte di un detenuto di 62 anni, Pietro Guccione, avvenuta lo scorso venerdì nel penitenziario peligno, la procura della Repubblica di Sulmona ha aperto un’inchiesta, ipotizzando il reato di omicidio colposo.

La vittima è Pietro Guccione, di Palermo, ritenuto associato alla famiglia mafiosa di Pagliarelli, era stato arrestato dai carabinieri il 30 maggio del 2007 perché coinvolto nell’inchiesta coordinata dalla Dda del capoluogo siciliano che ha fatto luce su un giro di estorsioni e traffico di droga. Aveva già scontato 14 anni di reclusione per associazione mafiosa e avrebbe finito di espiare la pena nel 2026.

Il fascicolo è stato aperto su sollecitazione della famiglia che ritiene che il decesso poteva essere evitato vista la sintomatologia comparsa nei giorni precedenti: dolore alla spalla e al braccio, giramenti di testa e pressione alta. Tutti sintomi riferibili ad un evento cardiaco improvviso. Secondo il legale del detenuto, ben tre volte l’uomo si sarebbe recato nell’infermeria del carcere, ma nessuna consulenza specifica né
esame ospedaliero sarebbe stato svolto.

La Procura di Sulmona ha quindi affidato al medico legale, Ildo Polidoro, l’esame autoptico per scoprire le cause del decesso e soprattutto se un intervento tempestivo avrebbe potuto salvare la vita del detenuto.