Sulmona

Detenuto trovato morto in cella, l'autopsia per risolvere il giallo

28 Dicembre 2025

Sarà l’anatomopatologo Miccoli ad effettuare l’esame: l’uomo era legato al boss Messina Denaro. La procura vuole capire l’eventuale collegamento con un’operazione

SULMONA. Sarà l'anatomopatologo Luigi Miccolis ad effettuare l'autopsia sul corpo di Rosario Scalia, il detenuto 50enne, uno dei collaboratori di Matteo Messina Denaro, trovato senza vita la notte della vigilia di Natale nella propria camera detentiva del carcere di massima sicurezza. Lo ha deciso la Procura della Repubblica di Sulmona che nella mattinata di martedì procederà a conferire l’incarico al medico legale per chiarire le circostanze del decesso. Il sostituto procuratore della Repubblica, Stefano Iafolla, ha aperto una fascicolo contro ignoti, ipotizzando l’omicidio colposo. Un atto dovuto per l’esame autoptico che si terrà all'ospedale San Salvatore dell'Aquila dove la salma di Scalia è stata trasferita nei giorni scorsi. Ma l’indagine della Procura si allarga anche all’ambiente ospedaliero. Gli inquirenti hanno acquisito infatti le cartelle cliniche del detenuto che, una settimana prima del decesso, era stato sottoposto a un intervento all’anca a Sulmona. La Procura quindi vuole capire se può esserci un collegamento tra la morte e la fase post operatoria o se invece si tratta di due eventi diversi come ipotizzato dai medici del 118 che avevano constatato il decesso lo scorso 24 dicembre nel carcere sulmonese. Una morte che sarebbe dovuta ad un arresto cardiocircolatorio. Il corpo senza vita del collaboratore di Matteo Messina Denaro era stato trovato dagli agenti nel corso dei controlli in carcere. Rosario Scalia era stato condannato a 20 anni di reclusione per il concorso nell’omicidio di Salvatore Lombardo, avvenuto il 21 maggio 2009 all’interno del bar Mart Cafè di Partanna. Lombardo venne assassinato per aver rubato un furgone carico di merce appartenente al supermercato Despar, gestito da Domenico Scimonelli, considerato uomo d’onore e legato alla rete mafiosa vicina a Matteo Messina Denaro. Secondo la ricostruzione dei giudici, l’imprenditore avrebbe avuto il compito di monitorare e comunicare in tempo reale al mandante gli spostamenti della vittima, permettendo ai killer di intercettarla e assassinarla. L’assassinio di Lombardo fu qualificato come omicidio di mafia, aggravato dall’aver agito per agevolare Cosa Nostra. Il movente era legato al furto di un furgone carico di merce del supermercato Despar gestito da Scimonelli, ritenuto un affronto da punire in modo esemplare. Nel 2024 il Tribunale di Trapani aveva disposto la confisca di beni per circa 180 mila euro a carico di Scalia: immobili, terreni, conti correnti e compendi aziendali. Un provvedimento arrivato dopo un sequestro nel 2023 e motivato dalla pericolosità sociale qualificata dell’imprenditore, già condannato per un omicidio mafioso.

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