Di Ianni: cibi non dati alle famiglie povere per colpa degli uffici

Ex vicesindaco condannato scarica sugli impiegati comunali «Pronto a fare ricorso, ma intanto darò questi spiccioli»

SULMONA. Non esclude di presentare appello contro la sentenza della Corte dei Conti che lo ha condannato a risarcire il Comune di 9mila euro (altri mille, invece, a carico di un funzionario). L’ex vicesindaco della giunta Federico, Enea Di Ianni, è pronto ad andare fino in fondo nella vicenda dei pasti per gli indigenti mai erogati benché compresi nell’appalto delle mense scolastiche. Per questo la Corte dei Conti ha rilevato un danno erariale a carico del Comune, condannando Di Ianni e il dirigente Benvenuto Natale.

«L’appalto non lo avevo redatto personalmente e non sapevo la condizione dei pasti aggiuntivi che aveva fatto guadagnare punti in più alla ditta aggiudicataria», si difende l’ex dirigente scolastico. «Del resto, nella lettera che gli uffici mi mandarono ad aprile, mi si comunicava per la prima volta di questi pasti. Si trattava di pasti, dai 201 ai 300, da offrire agli indigenti, che già venivano assistiti dal Comune. Allora chiesi di risolvere la situazione, ma dagli uffici mi risposero che si doveva rifare il bando e che non ci sarebbero stati i tempi tecnici, visto che nel frattempo la mensa avrebbe chiuso il 10 maggio. Da lì la scelta di utilizzare questi pasti per i vari centri anziani della zona, un evento dedicato alla protezione civile e diverse case di riposo e studenti arrivati in città per scambi culturali. Del resto, mancava un censimento delle persone bisognose e non si sarebbe fatto in tempo», aggiunge Di Ianni. «Così abbiamo deciso di devolvere i pasti per recuperare i 2.500 non erogati da giugno a settembre. Non posso sapere che cosa è accaduto in seguito. Siamo di fronte a motivazioni discutibili che variano a seconda dall’angolatura da cui si prendono. Per questo mi consiglierò con il mio avvocato Ernesto Persichetti. Ma intanto daremo questi spiccioli all’Ente».

I fatti risalgono al 2010, quando il Comune avrebbe dovuto fornire, tramite la Coselp, 300 pasti settimanali gratuiti alle scuole materne, elementari e medie della città. Il caso tenne banco per parecchio tempo, anche in consiglio comunale, dove si susseguì una serie di interpellanze e interrogazioni sul fatto che il Comune rinunciò a 2.500 pasti totalmente a carico della ditta, che aveva ottenuto due punti in più proprio per questo, aggiudicandosi l’appalto.

Il contratto prevedeva 300 pasti gratuiti a settimana, che finirono poi nella transazione firmata da Di Ianni e Natale, oggetto della contestazione.

Federica Pantano

©RIPRODUZIONE RISERVATA