magliano dei marsi

Discarica abusiva da bonificare: confiscate 4 abitazioni

La Procura dell'Aquila ottiene il sequestro "per equivalente" degli immobili di proprietà di due imprenditori proprietari di un ex cava riempita illecitamente con inerti e rifiuti edili

I carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Pescara, a Roma, Magliano de’ Marsi (L'Aquila) e Francavilla al Mare (Chieti), hanno posto sotto sequestro preventivo quattro abitazioni, beni nella disponibilità della ditta Celi Calcestruzzi Spa di proprietà dei fratelli Franco e Sergio Celi, con sede in Massa D’Albe (L'Aquila),  per un valore di circa 1.800.000 (un milione e ottocentomila) euro. Contestualmente venivano notificate la comunicazione sul diritto di difesa e le informazioni di garanzia ai fratelli Celi ed al legale rappresentante, moglie di uno dei fratelli  stessi.

Il sequestro è stato effettuato in esecuzione di un provvedimento del giudice presso il Tribunale dell’Aquila emesso, ai sensi del Decreto Legislativo 231/2001, dal dottor Giuseppe Romano Gargarella su richiesta della Procura della Repubblica Distrettuale dell’Aquila. Le investigazioni sono state dirette e coordinate dal Procuratore della Repubblica dell'Aquila Fausto Cardella e dal sostituto procuratore Antonietta Picardi,.

Il sequestro, finalizzato alla confisca "per equivalente", ha lo scopo di assicurare allo Stato il valore corrispettivo al risparmio dei costi di smaltimento relativi ad almeno 16.000 metri cubi di rifiuti inerti, tombati nella cava di Magliano de’ Marsi (al fine di mascherare  l’escavazione in eccesso), rifiuti provenienti sia da attività proprie dell’impresa che da conferimenti provenienti da produttori di rifiuto estranei alla stessa.

Le indagini, svolte unitamente a personale dell’Agenzia Regionale per la Tutela dell’Ambiente, erano già culminate, a marzo del 2012, con il sequestro, tra l’altro, dell’intera cava ricadente nei comuni di Magliano de’ Marsi e Massa D’Albe, estesa per 14 ettari, nonché con gli arresti domiciliari dei fratelli Celi, del sindaco e del vice sindaco pro-tempore del comune di Magliano de’ Marsi, nonché alla denuncia a piede libero di altre sette persone complici a vario titolo con i responsabili della ditta nell'ambito dell'inchiesta denominata "Penelope". Per le accuse di associazione di stampo mafioso e corruzione tutti gli imputati erano stati prosciolti.

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I reati accertati erano quelli relativi all’eccessiva escavazione di materiale inerte per almeno 130.000 metri cubi; all’omessa corresponsione di tributi ai due Comuni interessati; al ritombamento di almeno 16.000 metri cubi di rifiuti inerti; all’ottenimento dagli amministratori pubblici di autorizzazioni illecite relative all’ampliamento della cava in cambio di presunti favori nonché alla produzione di calcestruzzo di scarsa qualità. Ora la vendita degli immobili sequestrati servirà a garantire la spesa della bonifica del sito.