la vertenza

Ex Campari, scontro tra i sindacati sulle 10 assunzioni

SULMONA. La riapertura dell’ex stabilimento della Campari non mette d’accordo i sindacati, che restano più che mai asserragliati sulle loro posizioni rispetto al piano industriale della Medi Bev...

SULMONA. La riapertura dell’ex stabilimento della Campari non mette d’accordo i sindacati, che restano più che mai asserragliati sulle loro posizioni rispetto al piano industriale della Medi Bev (Mediterranea Bevande del gruppo Refresco che ha rilevato lo stabilimento di via del Commercio). Nemmeno l’annuncio del manager di Caslino al Piano (Como) Tullio Tiozzo sull’assunzione di altre dieci persone riesce a sanare la spaccatura fra le sigle sindacali. La Fai Cisl e la Uila Uil, da una parte, benedicono l’arrivo dell’azienda e annunciano nuovi investimenti e innesti di personale; la Flai Cgil, dall’altra, frena gli entusiasmi, parlando di «corsa alla precarietà e di posti di lavoro a termine», che avrebbero lasciato fuori gli ex dipendenti della Campari. Sono 47 quelli rimasti in mobilità dopo la fine dell’esperienza con la multinazionale milanese del Crodino che chiuse lo stabilimento nel 2007. «Noi siamo felici di aver contribuito all’arrivo di questa importante multinazionale sul territorio che rappresenta forse l’unica eccezione in una zona in crisi», interviene Franco Pescara, segretario Fai Cisl, «e benediciamo l’arrivo di nuovi posti di lavoro nei limiti di legge e nel rispetto delle vigenti norme contrattuali». Ma Pescara si lascia scappare che la serie di cose positive non finisce qui, pur preferendo non scendere nei dettagli. «Arriveranno altri nuovi investimenti e innesti in virtù di altre novità che saranno introdotte», continua il sindacalista, «cosa che ci consentirà di trovare una soluzione anche per gli ex Campari per i quali stiamo lavorando da sempre». Altrettanto entusiasta è Leonardo Lippa della Uila – Uil, che assieme alla Fai – Cisl ha firmato l’accordo separato sulla riapertura del sito. «Abbiamo dato fiducia all’unica azienda che ha voluto investire in questo deserto», commenta il sindacalista, «e siamo stati più flessibili per questo. Gli ex lavoratori della Campari restano per noi al primo posto e molti di loro potranno agganciarsi alla pensione proprio grazie a questa esperienza lavorativa. Anche se si tratterà di incarichi a tempo, la gran parte di loro ha versato i contributi necessari per poi accedere al vitalizio». Di tutt'altro avviso Marcello Pagliaroli della Flai Cgil, che non ha siglato l'accordo. «Non abbiamo firmato perché quel piano industriale non prevedeva alcuna garanzia di riassunzione o tutela per gli ex Campari», ribatte Pagliaroli, «nonostante i verbali firmati in precedenza. Gran parte delle assunzioni è a tempo determinato e non possiamo avallare dei posti di lavoro usa e getta, anche se sosteniamo anche noi l'occupazione in questo territorio e comprendiamo l'importanza della cosa. Gli ex operai sono molto preoccupati per il loro futuro e che risposte possiamo dargli?». Intanto, sono già 14 gli operai a lavoro (10 della vecchia guardia Campari), a cui si aggiungeranno nei prossimi due mesi gli altri dieci che in questi giorni stanno selezionando i vertici della società comasca.

Federica Pantano

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