Ex hotel “Cannelle”, nuova asta Fissata la vendita per il 30 luglio

Il prezzo base per assicurarsi il complesso (ancora da ristrutturare) è di 4 milioni e 700mila euro Negli anni Sessanta fu il simbolo del boom economico. Poi il fallimento con la gestione Angelini

L’AQUILA. Nuovo avviso di vendita all’asta per il complesso “Le «Cannelle” che negli anni Sessanta fu uno dei simboli del boom economico della città. Ora, dopo essere passato nelle mani sbagliate e dopo il sisma, è ridotto in stato di abbandono. Insomma, una fine ingloriosa dopo i fasti del passato ma la struttura potrebbe ancora far gola a qualche imprenditore armato di buone intenzioni.

Dopo che la prima asta che c’è stata il 16 aprile la palla è tornata al curatore fallimentare Giuseppina Ivone la quale ha fissato un’altra data per la seconda asta pubblica senza incanto il 30 luglio con un prezzo di base d’asta di 4milioni e 767mila euro. Il termine perentorio per la presentazione delle offerte scadrà il 29 luglio. Gli ammessi alla gara potranno presentare offerte palesi con rilanci non inferiori a 50mila euro.

Nel corso della sua storia quel complesso fu un albergo di prestigio, una discoteca frequentatissima, con piscina e campi da tennis. Poi, dopo il crac Irti, subì diverse trasformazioni e divenne anche sede di parecchi ambulatori medici.

Successivamente, e qui iniziarono i guai, entrò nel patrimonio di Vincenzo Maria Angelini che sembrava volerlo trasformare in clinica ma non se ne fece nulla. Poi sono iniziati i guai giudiziari per l’imprenditore chietino e il curatore fallimentare mise in vendita questa megastruttura che aveva una vocazione turistica notevole anche a prescindere dalla vicinanza alla Fontana delle 99 Cannelle. Infatti si trova a un passo dalla stazione ferroviaria e a soli due chilometri dall’imbocco autostradale. Ha un’estensione di 15mila metri quadrati e possiede un’autorimessa dove c’è posto per ottanta macchine.

Il complesso, realizzato nel 1968, cade a pezzi. «Lo stato di abbandono», si legge nella relazione del perito che ne ha fatto la stima, «risulta aggravato da atti vandalici che hanno determinato la rottura di infissi, asportazione di tubazioni in rame e l’utilizzo di parti della struttura come rifugio provvisorio. Gli effetti del sisma sono evidenti solo su alcune tamponature che sono lievemente lesionate. Ma diverso è il discorso per il corpo centrale circolare. Al momento del sisma era utilizzato come poliambulatorio e quindi funzionante. Attualmente la situazione è di abbandono e anche in questo caso i danni sono derivati più da atti vandalici che dal sisma».

Anche se il terremoto ha fatto dei danni relativi alla strutture portante, sono notevoli le lavorazioni che dovranno essere fatte per renderlo utilizzabile. Sembrano essere in buone condizioni, invece, i corpi dedicati ai garage che insieme ad altre parti del complesso non hanno risentito degli effetti del sisma. Per la ristrutturazione servono 8 milioni.

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