Fiaccole in memoria delle 30mila vittime del terremoto del ‘15 

Toccante commemorazione al monumento sul Salviano A Celano deposta corona d’alloro alla presenza degli alunni

AVEZZANO. Le fiaccole scendono in silenzio lungo la Via Crucis sul monte Salviano. E si fermano davanti al memorial che ricorda le oltre 30mila vittime del catastrofico terremoto del 1915. Punti luminosi in una fredda notte per non dimenticare l’Avezzano che non c’è più, cancellata dal cataclisma di 105 anni fa.
I partecipanti all’iniziativa promossa dal Cai di Avezzano presieduto da Antonio Di Palma sono scesi dal santuario della Pietraquaria caro agli avezzanesi e, davanti a quella stele che rappresenta simbolicamente madri, padri e bambini uccisi dalla furia della scossa, hanno ascoltato dalla voce dell’attore Giuseppe Ippoliti dei racconti scritti per l’occasione dallo storico Giovanbattista Pitoni. Momenti suggestivi e toccanti, vicende di conterranei che hanno visto davanti agli occhi morire amici e familiari o hanno dovuto dire addio a case e lavori.
Alla fine della cerimonia gli infaticabili alpini delle sezioni di Avezzano, Antrosano e San Pelino hanno preparato dolci, tè e vin brulè.
Le cerimonie per i 105 anni dal terremoto sono iniziative ieri mattina con la commemorazione alle pendici del Salviano, quest’anno in tono minore e senza la presenza di studenti. Alle 9.45 i rappresentanti delle istituzioni, i delegati delle associazioni d’armi e di volontariato e le autorità militari si sono dati appuntamento lungo la strada per arrivare in corteo al memorial.
Il commissario prefettizio, Mauro Passerotti, con accanto il comandante della polizia locale, Luca Montari, ha aperto la cerimonia, alla quale hanno preso parte l’assessore regionale Guido Quintino Liris e Massimo Verrecchia, capo della segreteria del presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio. «Questa commemorazione è molto importante per la città di Avezzano e per le giovani generazioni», ha evidenziato nel suo discorso il commissario Passerotti, «bisogna avere riguardo di due aspetti: uno è quello della prevenzione, si pensi che nel 1915 il terremoto arrivò la mattina senza alcun avviso, trovando tutti intenti a iniziare la giornata; l’altro è l’importanza del memoriale simbolico per ricordare, in una città che è stata completamente rasa al suolo, quel tragico evento. Quel sisma ha lasciato nei ricordi e nei nostri cuori tanta sofferenza che oggi va trasferita ai giovani per spingerli a prevenire e a esigere una buona amministrazione». Nel pomeriggio, inoltre, diversi fedeli si sono ritrovati nella chiesa della Madonna del Suffragio di don Orione dove don Francesco Tudini, vicario generale della diocesi dei Marsi, ha celebrato la messa dedicata alle vittime.
Anche Celano ha ricordato il terremoto del 1915 con una cerimonia alla quale hanno preso parte le scolaresche della città. Il primo cittadino, Settimio Santilli, ha deposto una corona d’alloro al monumento dedicato alle vittime del sisma e ricordato ai ragazzi presenti la forza del popolo marsicano che è riuscito a rialzarsi dopo un dramma così forte. Don Gabriele Guerra, parroco della chiesa del Sacro Cuore, da amante della storia ha invece letto alcune lettere indirizzate da monsignor Pio Marcello Bagnoli, vescovo dei Marsi, al papa Benedetto XV su quello che era accaduto nella Marsica.
Manifestazioni dedicate al sisma del 1915 si sono svolte anche nei comuni laziali di Sora e Borgorose.
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