Frati derubati durante la messa di Natale

Ladri in azione a mezzanotte della vigilia a San Pio X, presi 5mila euro di offerte destinate alla Curia e due computer

L'AQUILA. I ladri non vanno a messa a mezzanotte. O almeno non quei ladri che nella notte della vigilia di Natale, mentre nella chiesa di San Pio X si sta celebrando la nascita di Gesù bambino, entrano nel conventino dei frati e fanno razzia di soldi.

Furto sacrilego ai danni della comunità dei frati minori conventuali, molto apprezzata per l’attività anche sociale svolta nel popoloso quartiere del Torrione. È di due computer e di denaro in contanti per un valore complessivo che, secondo i derubati, si aggira sui 5000 euro il bilancio del colpo messo a segno allo scoccare della mezzanotte del 24 dicembre. Durante la celebrazione, i ladri, con ogni probabilità più di una persona, entrano nell’ala dell’edificio sacro riservata ai frati e portano via quello che trovano. Tra le altre cose, i ladri ripuliscono in pochi minuti tutto il denaro raccolto dalle offerte degli ultimi mesi. Si tratta di una cifra significativa messa da parte e rendicontata dalla parrocchia che si apprestava a trasferire il denaro alla Curia metropolitana dopo aver chiuso il bilancio annuale.

Ad accorgersi del furto gli stessi frati passata l’una, al momento di rientrare nel convento che si trova proprio accanto alla chiesa. «Il disappunto e il rammarico per l’accaduto non è tanto per il denaro portato via oppure per i computer presi», racconta ancora trafelato il parroco, padre Claudio Hazaparu, «quanto piuttosto per il gesto che ha colpito la comunità nella propria intimità». La notizia del colpo dall’altare entra nelle case dei fedeli suscitando sgomento tra i frequentatori della parrocchia che ora s’interrogano su chi possa aver approfittato persino della messa di mezzanotte per mettere a segno il furto.

Quello del Torrione è il secondo episodio di furti compiuti ai danni di religiosi. All’antivigilia di Natale sono stati rubati 1300 euro messi da parte per pagare le bollette di acqua, luce e gas all’interno della struttura di San Sisto retta dal gesuita padre Giuseppe De Gennaro. Anche in quel caso i ladri hanno agito durante lo svolgimento di un incontro di catechesi. Superata la contrarietà iniziale, l’anziano sacerdote ha scritto alla porta della casetta di legno dove vive dopo il terremoto il seguente messaggio: «Caro fratello ladro, quando ci conosceremo senza paura di disturbarci? Vuoi venire a pranzo con noi a Natale?». Ma il ladro non s’è visto.

Raniero Pizzi)

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