I carotaggi eseguiti lo scorso novembre per realizzare il mega impianto irriguo nel Fucino

AVEZZANO

Fucino senza pioggia da 45 giorni: mai così da anni, la siccità fa paura

Confagricoltura parla di emergenza: «Ci aspetta una stagione estiva molto dura, subito soluzioni»

AVEZZANO. Due le problematiche che attanagliano sempre di più la piana del Fucino. La prima: la grave siccità registrata nel 2022 e che proseguirà anche quest’anno. La seconda riguarda l’ingente quantità di acqua dispersa, così come evidenziato nell’ultima seduta della Commissione d’inchiesta sulla crisi idrica. Criticità risolvibili con un’unica soluzione, vale a dire la realizzazione di un nuovo impianto irriguo. Ne è convinta Confagricoltura. Parla il direttore provinciale, Stefano Fabrizi: «La situazione legata alla siccità è molto grave», esordisce, «e le stime per il futuro non promettono nulla di buono: non piove da un mese e mezzo e i canali sono pressoché vuoti. Ci aspetta una stagione estiva molto dura».

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MANCANZA DI PIOGGIA L’emergenza, tornata alla ribalta nazionale dopo le secche del lago di Garda e del fiume Po, coinvolge anche la piana fucense. «Nel 2022», spiega Fabrizi, «sono scesi 350 millimetri di pioggia, ovvero 500 millimetri in meno rispetto al quantitativo necessario per riempire le falde». Un dato che fotografa la crisi: «Non ha piovuto nemmeno a gennaio e febbraio, i mesi in cui solitamente piove e nevica di più. Serve dunque rendere più efficace l’utilizzo dell’acqua che abbiamo a disposizione».

Ed è qui che entra in gioco il progetto del nuovo irriguo. Non mancano poi le critiche rivolte da Fabrizi ad Arap, l’agenzia chiamata a gestire il complesso iter della costruzione: «Si sta dimostrando completamente inadeguata; affidare la realizzazione dell’irriguo ad Arap, piuttosto che al Consorzio di Bonifica Ovest come da noi richiesto, è stata una scelta scellerata».

L’IMPIANTO IRRIGUO La realizzazione dell’opera è salita al centro del dibattito politico degli ultimi anni: previsto e finanziato dalla giunta regionale guidata da Luciano D’Alfonso, il progetto è ora fermo ai box: «Con una nuova rete irrigua», sostiene Fabrizi, «andremo a risparmiare 10 milioni di metri cubi di acqua». Numeri confermati anche dalla Commissione d’inchiesta guidata dalla consigliera regionale Sara Marcozzi, che ha inserito negli atti dell’ultima seduta una relazione di Confagricoltura che parla senza mezzi termini di «disastro ambientale» nel Fucino.

«Il disastro ambientale scaturisce dal fatto che preleviamo una quantità ingente di acqua dalle falde, cosa molto pericolosa e sconsigliata da tutte le normative comunitarie. Dell’acqua estratta dai pozzi», racconta il direttore di Confagricoltura L’Aquila, «più della metà viene sprecata». Da quanto emerso in Commissione, «per alimentare l’obsoleto sistema irriguo del Fucino occorre prelevare dalle falde non meno di 24 milioni metri cubi di acqua, di cui il 50 per cento per coprire il fabbisogno delle colture e il 50 per cento per il deficit provocato dallo spreco di acqua».

AMPLERO Sullo sfondo resta anche l’annoso dibattito attorno alla realizzazione di una vasca di accumulo delle acque nella valle di Amplero: «Se ne parla da cinquanta anni ma nulla è stato fatto, eppure esiste un progetto preliminare redatto dall’Autorità di distretto dell’Appennino meridionale che prevede una vasca da oltre 10 milioni di metri cubi di acqua. La politica, così come per l’impianto irriguo», chiosa Fabrizi, «deve attivarsi e spingere per trovare le risorse necessarie al progetto esecutivo e alla successiva costruzione».

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