Gerosolimo-Di Masci, veleni a distanza

L’assessore regionale: «È un “Laqualunque” nostrano venuto dal passato». Il candidato sindaco: «Lui fa danni alla politica»

SULMONA. «Un candidato sindaco venuto dal passato, che manifesta la sua totale inidoneità parlando, senza alcuna cognizione, di poli di attrazione, di aree interne e di aree di crisi. Forse convinto che, come gli accadeva un tempo, sia sufficiente gridare per convincere». Andrea Gerosolimo, assessore regionale, definisce Bruno Di Masci, candidato sindaco di “La città che vogliamo”, un «Laqualunque nostrano» (chiaro il riferimento al film con Antonio Albanese ndc). Andrea Gerosolimo replica dopo le accuse che Di Masci gli ha mosso durante un comizio. «Ho avuto conferma della totale inadeguatezza di un uomo che ha superato la prima Repubblica», afferma Gerosolimo, «che ha cercato di fronteggiare la seconda senza lasciarvi traccia  e ora si accinge ad affrontare anche la terza». La replica di Di Masci. «Ora i sulmonesi sanno che dietro la candidata a sindaco di Annamaria Casini c’è l’ombra e non solo dell’assessore regionale Andrea Gerosolimo», dichiara Di Masci, «è figura tra le più inutili e dannose della politica locale del Dopoguerra. Invece di confrontarsi a viso aperto con progetti seri sul futuro della città l’arrogante assessore ha rinunciato a candidarsi a sindaco, per non dimettersi dal ruolo che ricopre in giunta, mettendo invece al suo posto una consulente della sua segreteria, sfuggendo in questo modo al giudizio dei sulmonesi e cercando di distrarli con comunicati senza senso». (c.l.)

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