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Giuseppe e il suo Mondiale da sognoA Berlino portafortuna dell'Italia

Quattro anni fa il bimbo di Avezzano accompagnò le squadre di Italia e Francia che si giocavano la finale del Campionato del mondo

AVEZZANO. Lippi, Totti, Materazzi, Cannavaro. Tutti attorno a un bambino a ripetere: «Portaci fortuna». Quel bambino fece un'apparizione in campo nella notte mondiale di Berlino. E di fortuna ne regalò parecchia.

Quel bambino si chiama Giuseppe Massaro, vive ad Avezzano, e oggi ha 13 anni. Nel 2006 vinse un concorso della catena di fast food Mc Donald's e volò a Berlino insieme a ventuno bambini da tutto il mondo. Bambini che il 9 luglio scesero in campo per accompagnare le squadre di Italia e Francia che si giocavano la finale del Campionato del mondo. Giuseppe Massaro, unico italiano, ha rappresentanto il portafortuna azzurro. Tifoso della Fiorentina, appassionato di pesca, ma soprattutto calciatore.

Gioca con gli Esordienti della Valle del Giovenco e in questa stagione ha realizzato 28 gol. Il suo idolo è Totti. «Sapete cosa mi disse Francesco: a regazzì portace fortuna!», comincia da qui il racconto di Giuseppe, che ricorda lo stesso augurio ripetuto da Lippi e da una buona metà dello spogliatoio azzurro.

Quattro anni dopo essere stato protagonista di un sogno, negli occhi allegri di Giuseppe brilla ancora ogni istante di quella giornata. Allo stadio per la prima volta. I tredici scalini che separavano gli spogliatoi dall'ingresso al terreno di gioco. La mano ghiacciata di Cannavaro. I silenzi carichi di tensione. Il ruomore dei tacchetti. La gara, i supplementari, i rigori. E la liberazione quando il sinistro di Fabio Grosso ha regalato la storia.

«Gli amici non volevano credermi quando dissi loro che andavo a Berlino», sorride Giuseppe, «poi mi hanno visto in televisione, durante l'Inno nazionale. Quanta emozione. Negli spogliatoi quasi tutti i giocatori mi hanno detto la stessa cosa, così come Lippi e Ferrara. Ho portato fortuna e spero di fare lo stesso quest'anno. Guarderò le gare in televisione, con al collo la sciarpa degli azzurri acquistata a Berlino. Spero che l'Italia possa fare il bis in Sudafrica, anche se non ci sono molti eroi dei Mondiali 2006».

Nella cameretta divisa col fratello Natalino, il portafortuna della nazionale di Lippi conserva le foto di quell'avventura e un attestato rilasciato dalla Mc Donald's. Su un mobile non manca il calendario delle gare di questa edizione della Coppa del mondo. «Quest'anno mio padre mi ha vietatato di partecipare a qualsiasi concorso perché ha subito detto che il Sudafrica è troppo lontano», scherza Giuseppe Massaro. «È un fortunello, avrebbe rivinto», gli fa eco papà Tonino.

E mamma Giovanna conferma: «Pensate che Zidane segnò il rigore quando Giuseppe stava raggiungendo la tribuna. Si è perso i minuti iniziali...». Il piccolo attaccante della Valle del Giovenco, allenato da Mauro Di Pangrazio, ha un altro sogno: «Cannavaro guardava Maradona giocare al San Paolo. Un giorno mi piacerebbe essere un calciatore, protagonista nella gara di un Mondiale». Un sogno. Ce n'è qualcuno che a volte si avvera.

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