"Ho sbagliato a fidarmi"

Grandi Rischi, testimonianza del giornalista del Centro

L'AQUILA. «Dalla commissione ebbi la rassicurazione che mi fu fatale: lo sciame c'é ma nulla fa pensare a una scossa catastrofica». E il passagggio chiave della testimonianza di Giustino Parisse, caporedattore del Centro, nel processo in tribunale.

Giustino Parisse, è stato ascoltato ieri nel processo ai sette componenti della commissione Grandi Rischi accusati di omicidio colposo plurimo per avere fornito false rassicurazioni agli aquilani inducendoli a restare nelle abitazioni. La sua è stata la deposizione più importante tra quelle di ieri e non a caso è andata avanti più di tre ore. Stimolato dal pm Fabio Picuti a precisare cosa fosse cambiato in lui dopo la riunione ha affermato: «Mi sono sentito rassicurato ed ero certo che non ci sarebbero state scosse più forti, tanto da arrivare a una catastrofe. Di questo rassicuravo la mia famiglia», ha concluso. Quanto ai mutamenti del suo comportamento dopo la riunione ha aggiunto: «Il 30 marzo uscii di casa e rimanemmo fuori a lungo. La notte del 5 aprile, invece, non invitai nessuno a uscire perché ero sicuro, come tanti altri aquilani, che non potessero accadere scosse devastanti».

Poi ha descritto la tragedia nella sua abitazione crollata: «Ho visto di fronte a me un ammasso nero di cemento, legno, pietre, polvere, e la voce di mio figlio che mi chiamava. Mi resi conto che sopra le macerie c'era un enorme cordolo di cemento per cui non c'era più nulla da fare». Nonostante la tragedia che lo ha colpito non ha mai perso la calma durante la sua lunga audizione. Ha solo chiesto al giudice Marco Billi e alle parti di evitare i nomi dei suoi figli. «Fate solo generici riferimenti» ha detto. La sua lunga testimonianza ha innescato, paradossalmente, la reazione di uno degli avvocati della difesa, Marcello Melandri, il quale ha criticato il tono e l'intensità delle domande dei pm, sia Fabio Picuti sia Roberta D'Avolio, che hanno interrogato il testimone: «Qui», ha tuonato Melandri, «dobbiamo appurare il nesso di causalità e gli stiamo chiedendo da tre ore cose che non servono a niente. Qui facciamo gli avvocati e i giudici, non la cronaca». Nel finale della deposizione rispondendo a una domanda dell'avvocato dello Stato Massimo Giannuzzi, Giustino Parisse ha chiarito il senso della denuncia presentata nei confronti della commissione Grandi Rischi. «Personalmente non ho nulla contro i componenti di quella commissione», ha detto, «qualcuno di loro l'ho anche conosciuto dopo, ma mi interessa dal punto di vista storico che questa vicenda venga chiarita fino in fondo anche dal punto di vista delle responsabilità penale. Da questo processo non mi aspetto nulla, quello che ho perso, l'ho perso il 6 aprile e nessuno me lo potrà ridare».

Nella giornata di ieri ci sono state anche altre testimonianze quale quella di Riccardo Liberati un giovane aquilano che nel crollo del palazzo di piazza Generale Rossi ha perso i genitori. Anche la sua è stata una deposizione molto precisa e pacata. «La scossa del 30 marzo», ha detto, «sembrava essere il massimo come intensità sulla base di quanto appreso dai resoconti sulla riunione della commissione. Mia madre, in caso di scosse, prima di quella riunione aveva portato via i gioielli di famiglia ma il 4 o il 5 aprile, rassicurata dagli scienziati, li aveva rimessi al loro posto».

Tra gli altri testimoni di ieri Pietro Sebastiani imputato nel crollo della Casa dello studente, di cui era uno dei funzionari, ha ricordato di avere compiuto un sopralluogo nella residenza insieme a (Giancarlo Mancini anche lui ascoltato dal giudice) dopo la scossa del 30 marzo ma non fu rilevato nulla. Tra gli altri testi ascoltati anche Giovanni La Rocca, Valeria Esposito e Ilaria Narcisi.  Questi, infine, gli imputati: Franco Barberi, Bernardo De Bernardinis, Enzo Boschi, Giulio Selvaggi, Gian Michele Calvi, Mauro Dolce e Claudio Eva. Nelle sette udienze finora celebrate De Bernardinis, originario di Ofena è stato sempre presente. Ieri era l'unico.  Il processo è stato aggiornato al 30 novembre. Altre udienze sono state già fissate per il 7 e 14 dicembre e poi l'11 gennaio 2012.  In una delle udienze prima di Natale tra i testimoni del pubblico ministero ci dovrebbe essere Guido Bertolaso ex capo della Protezione civile.

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