I canali del Fucino sommersi dai rifiuti

Riemerge anche una vecchia barca La Uil: una situazione disastrosa

AVEZZANO. Canali del Fucino riarsi dal caldo e inquinati. Allarme della Uil per una situazione «drammatica e insostenibile e che può essere superata solo con l’immediata istituzione di un tavolo politico». Una vecchia barca a motore scheletrita, abbandonata sulla riva del collettore centrale, che una volta serviva appunto per ripulire i canali del Fucino, è oggi l’emblema del lassismo. Pesci a galla, grosse cozze di fiume sui bordi aridi dei canali, pneumatici e barili di gasolio abbandonati nel letto dei collettori e rifiuti di ogni genere tra gli arbusti che, con la siccità, si sostituiscono all’acqua.

Le pompe fanno fatica anche ad aspirare l’acqua rimasta sul fondo e la situazione diventa sempre più disastrosa. Sullo stato dei canali e sull’immobilismo generale è intervenuto il segretario della Uil, Ugo Buffone. «Basta con le bugie della politica», ha affermato, «è ora di avviare progetti reali e cantierabili. Nel 2001 ci fu una richiesta della giunta Pace per l’inserimento del Fucino nel piano di emergenza idrica del centro-sud. Dove è finita tale pratica? Che le attività agricole intensive del Fucino richiedessero una portata idrica considerevole», ha affermato Buffone, «lo si sapeva da tempo, soprattutto alla luce della riduzione in 10 anni del 40 per cento del quantitativo di acqua nei canali».

«Oltre al problema idrico», ha aggiunto Buffone, «c’è quello della situazione di inquinamento dei canali». Secondo la Uil all’Arssa sono depositati diversi progetti «profumatamente pagati con i soldi dei contribuenti: oggi tutto è rimasto sulla carta». «Vogliamo conoscere», ha concluso Buffone, «le proposte di Regione, Arssa e Consorzio». La Uil chiede con loro un tavolo istituzionale composto anche da Provincia, Comune di Avezzano, assessori e consiglieri regionali marsicani. Il problema della siccità porta come terribile conseguenza quello dell’inquinamento. I prodotti del Fucino non possono certamente sopportarlo.