«I centri storici sono la priorità»

De Matteis: subito la perimetrazione e decidiamo come ricostruire la città.

L’AQUILA. Risolta, o in via di risoluzione, l’esigenza di trovare un alloggio a chi ha perso la casa, il tema forte ora è quello della ricostruzione pesante. Entro gennaio si avranno i dati definitivi sulle case B e C. Poi toccherà alle case E, quelle che hanno subìto danni consistenti. Giorgio De Matteis, vicepresidente del consiglio regionale, lancia le sue proposte e indica la strada da seguire nella ricostruzione.

Partiamo dai centri storici, a che punto è la situazione?
«Siamo al punto di partenza nel senso che si comincia ad affrontare sostanzialmente da domani. La Protezione civile non lo ha messo all’ordine del giorno e ora si pone in tutta la sua drammaticità. Siamo costretti ad affrontarla in maniera rapida e sostanziale. Intanto, va compreso che i centri storici sono 50 nei Comuni del cratere, più quello dell’Aquila e quelli delle 64 frazioni. Paganica, per esempio, comune nel Ventennio, è diventata frazione, ma ha una sua storia».

Come va affrontato questo tema?
«Tenendo conto del problema della perimetrazione, che era uno dei compiti del Comune, il sindaco deve provvedere al piano di ricostruzione del centro storico. È complesso, perché deve tener conto che, per esempio, in 100 metri di strada si possono trovare un palazzo privato vincolato, uno pubblico sede dello Stato, una chiesa, un monumento. Insomma, una complessità enorme che non ha eguali al mondo. È un modello che si costruisce per la prima volta all’Aquila».

I tempi sono lunghi.
«Ecco perché diventa fondamentale partire con rapidità e con idee chiare. Ricostruire com’era oppure no? Che facciamo, la chiesa di Santa Maria Paganica la rifacciamo uguale? Va pensata coniugando la novità della tecnologia dal punto di vista dell’energia e dell’ambiente, con la conservazione dell’esistente. È la fase successiva alla riperimetrazione».

E i fondi?
«Le risorse finanziarie non sono sufficienti. Qui serviranno interventi di miliardi di euro. Un’altra scelta che andrà fatta sarà quella di avere un’unica strategia e considerare il problema dei proprietari. Non si può decidere «manu militari» come ricostruire la casa di un privato. E lì sarà necessario affrontare il tema della ricostruzione con i Consorzi obbligatori. Ho chiesto al commissario della ricostruzione Gianni Chiodi, di affrontare questa cosa immediatamente. Il Comune dell’Aquila deve agire come elemento pensante della ricostruzione. È un discorso da fare subito con il sindaco, vicecommissario, perché siamo di fronte a una sfida epocale. Tutti quelli che arrivano, architetti e ingegneri di grido, si rendono conto di persona della complessità del problema».

A chi rivolgersi?
«L’unità di struttura, a partire dal commissario Fontana, può avere questo compito di coordinamento e di idee, ma ciò non esclude il coinvolgimento di persone e idee della città ma anche di fuori. Il coinvolgimento di menti illuminate è da condividere. Essere autoctoni e indipendenti sarebbe un grosso errore di presunzione. Va affrontato contemporaneamente l’aspetto degli spazi per l’aggregazione sociale».