I costruttori: «Torniamo alle gare d’appalto»

Buzzetti: l’emergenza è finita, bisogna ripristinare le regole.

L’AQUILA. «L’emergenza è finita. All’Aquila si torni alle gare d’appalto». La denuncia del presidente dell’Ance (Associazione nazionale costruttori edili) Paolo Buzzetti è contenuta in una lunga intervista pubblicata oggi nell’inserto economico del quotidiano la Repubblica «Affari e Finanza». Il capo dei costruttori italiani, nell’articolo di Adriano Bonafede, fa il punto della situazione sulla ricostruzione all’Aquila. «È ora», dice Buzzetti, «di tornare alle normali regole per l’assegnazione dei lavori».

APPELLO-DENUNCIA. Anche i costruttori vogliono dire la loro sul tema della ricostruzione visto che sono i diretti interessati, con le loro imprese. La riflessione del presidente nazionale dell’associazione che raggruppa le imprese edili è ad ampio raggio, ma parte da un assunto: «L’emergenza è finita». Ovviamente il riferimento è agli appalti. «In Abruzzo», afferma Buzzetti, «c’è stata un’emergenza e in quel momento è stato necessario accantonare le regole per fare presto. Lo abbiamo capito anche noi imprenditori e lo abbiamo accettato. Anzi, ci siamo dati da fare per sostenere in ogni modo il governo. Ora, però, l’emergenza è finita. Quindi bisogna tornare alla normalità anche per gli appalti».

La richiesta, quindi, è quella di avere «maggiore trasparenza nelle procedure degli appalti». Sull’onda delle proteste da parte di coloro che, anche tra gli imprenditori abruzzesi, si sono sentiti in qualche modo esclusi dalla torta della ricostruzione, il presidente nazionale ha affrontato l’argomento senza girarci attorno. «Gli imprenditori», aggiunge il presidente nazionale dell’Ance, «chiedono e auspicano un ritorno alla normalità con tanto di vere gare per gli appalti».

Quanto allo stato di malessere che si registra negli associati, proprio a causa dell’esclusione di molte ditte dai lavori della ricostruzione, a partire dal progetto Case fino alla realizzazione delle opere infrastrutturali e all’allestimento dei villaggi con i moduli abitativi provvisori, Buzzetti prova a tirare un po’ il freno. Lasciando intendere, comunque, che la situazione di disagio dei costruttori potrebbe esplodere in tutta la sua evidenza se non ci sarà un’inversione di tendenza. «Direi», sostiene, «che ancora non c’è un vero e proprio stato di malessere, ma se si va avanti così...».

LE RAGIONI DELL’ANCE. Il motivo per il quale i costruttori sono allarmati viene ulteriormente esplicitato nel dettaglio. Alla domanda su come vengono assegnati, a oggi, i lavori della ricostruzione all’Aquila, il capo dei costruttori risponde così: «Finora si è andati avanti con gli affidamenti diretti e con poteri discrezionali che sono stati affidati alla Protezione civile. Una situazione, questa, giustificata dall’emergenza e che noi abbiamo condiviso. Quando sta crollando una chiesa o quando si tratta di dare una casa ai senzatetto si può capire.

Ma l’emergenza non può continuare all’infinito: adesso si deve tornare alla normalità. Questo vuole dire, in maniera molto semplice, che occorre tornare a una fase di trasparenza nell’effettuare le gare di appalto. Non intendiamo discutere sull’argomento della governance, ovvero se debbano essere i sindaci dei Comuni interessati oppure la Protezione civile o chiunque altro a dirigere la ricostruzione. Per noi può essere chiunque ne abbia titolo ma questo chiunque deve indire dei regolari bandi di gara».

LA CRISI DEL SETTORE. Il discorso della ricostruzione aquilana viene, poi, inserito nell’ambito più generale della crisi che sta investendo anche il settore delle costruzioni. Sul termometro di quanto sta accadendo in Abruzzo, ma non solo, questa l’opinione di Buzzetti: «Siamo molto preoccupati e in attesa di provvedimenti urgenti che possano aiutare il settore a uscire dalla crisi che sta entrando nella fase più dura. Nel 2009 si sono persi 93mila posti di lavoro in un settore che, negli ultimi anni, ne aveva solo creati».

IL GOVERNO. «Nel 2009», conclude Buzzetti, «ci sono stati numerosi provvedimenti, a parte i soldi stanziati per l’emergenza Abruzzo. C’è stata la delibera Cipe, 1 miliardo per le scuole e 825 milioni per le opere piccole e medie. E poi il piano Casa». Ma, per l’Ance, c’è ancora «troppa burocrazia» e mancano riforme per rendere «efficiente» la pubblica amministrazione».