I sindacati di polizia: ci tolgono personale città meno sicura

Siulp e Sap denunciano: «Il ministero vuole interrompere le aggregazioni, ma l’emergenza non è ancora finita»

AQUILA. La città è «a rischio sicurezza». A lanciare l’allarme sono i sindacati di polizia, Siulp e Sap, in polemica col Dipartimento di Pubblica sicurezza per l’imminente «interruzione delle aggregazioni di diversi colleghi in servizio in altri centri e aggregati all’Aquila dal post-sisma». Il segretario generale provinciale Siulp, Fabio Lauri, e quello Sap, Sabatino Romano, hanno scritto una lunga lettera al sindaco, Massimo Cialente, al prefetto Giovanna Maria Rita Iurato, al questore, Stefano Cecere, al presidente della Provincia, Antonio Del Corvo, alle segreterie nazionali dei sindacati. E denunciano «il grave e ingiustificato atteggiamento del dipartimento della Pubblica sicurezza», si legge in una lunga nota, «che intende depotenziare, nel momento di maggior bisogno, l’apparato di sicurezza nel capoluogo abruzzese». Una decisione che, secondo i sindacati, lascerebbe la città esposta al rischio sicurezza. Dopo il terremoto L’Aquila si è molto modificata, il centro storico è disabitato, la periferia si è dilatata e il tessuto sociale è cambiato. «Per far fronte alle decine di poliziotti che dopo il terremoto non lavorano più, qualcuno, dimostrando ancora una volta di non conoscere la situazione dell’Aquila, ha pensato d’interrompere le aggregazioni di diversi colleghi in servizio in altri centri, ed aggregati al capoluogo distrutto dal sisma», proseguono i sindacati.

«Coloro che devono assumere queste decisioni, non sanno, forse», continua la nota, «che è in vigore un decreto della presidenza del consiglio dei ministri che proroga lo stato di emergenza fino al 31 dicembre 2012». «Sfugge, poi, che la popolazione aquilana assistita al 29 maggio 2012, è di 21.387 persone e dopo l’evento sismico sono stati realizzati 19 nuovi borghi ai margini del territorio (i cosiddetti progetto Case e 21 aree edificate con i map (moduli abitativi provvisori)», ricordano i sindacati, «sono stati creati 40 nuovi quartieri, rimestando persone di ogni nazionalità, mentre la criminalità è in aumento e preoccupa tantissimo la popolazione». Una preoccupazione legata, secondo i sindacati, all’aumento della piccola e grande criminalità all’Aquila». «In un solo anno», prosegue la nota, «le persone arrestate sono più che raddoppiate, passando da 146 a 380, così come le persone denunciate, da 798 sono addirittura balzate a 1450». Il terremoto ha creato, questo è l’allarme dei sindacati, «le condizioni ideali per la delinquenza comune e per la criminalità organizzata». Alla luce di questi dati, concludono i sindacati, «è incomprensibile che i vertici della sicurezza locale e nazionale decidano di non considerare i decreti della presidenza del consiglio dei ministri». «Tra un insediamento e l’altro del progetto Case», fanno notare i sindacati di polizia, «ci sono 32 chilometri e la squadra volante non ce la può fare a coprire le distanze». Ma i sindacati riservano al ministero dell’Interno critiche anche sui ritardi con cui si sta procedendo a ristrutturare le sedi della questura e della polizia stradale. «Tutto ciò avviene a pochi mesi dall’apertura di 9mila cantieri per la sola ricostruzione pesante». Infine, l’appello dei sindacati al prefetto: «Metta all’ordine del giorno del prossimo comitato provinciale per l’Ordine e la sicurezza pubblica questo argomento».

©RIPRODUZIONE RISERVATA