Il collegio difensivo: «Accuse inconsistenti»

Calvi e Catenacci: «Un passo avanti rispetto alle richieste della Procura ma il docente va assolto»

L’AQUILA. Naturalmente il caso giudiziario non finisce qui, visto che i legali dell’ex rettore, gli avvocati Mauro Catenacci e Guido Calvi, presenteranno ricorso in appello una volta rese note le motivazioni, cosa che avverrà non prima di un paio di mesi.

I due avvocati tengono a sottolineare un aspetto. «Il procedimento di primo grado», dicono, «nei confronti del professor di Orio, si è concluso con la caducazione dell’iniziale accusa di concussione mossagli dal collega, professor Sergio Tiberti, e la derubricazione del reato di concussione in quello meno grave di induzione indebita».

«Si tratta», si legge in una breve nota, «di una figura introdotta nel 2012 dalla legge Severino, che prevede la punibilità sia di chi paga che di chi riceve, e che in questo caso è stata applicata al solo professor di Orio, e non anche al professor Tiberti, in ragione di un principio di irretroattività della legge penale».

Secondo gli avvocati Catenacci e Calvi, il primo anche docente universitario, l’altro ex componente non togato del Csm, «se la presunta commissione dei fatti contestati fosse avvenuta dopo il 2012, sarebbero stati condannati sia accusato che accusatore. Per quanto qualitativamente e quantitativamente meno grave di quella inizialmente ipotizzata, anche questa accusa è comunque ritenuta dai difensori del tutto insussistente e verrà pertanto assoggettata ad appello non appena saranno rese note le motivazioni della sentenza».

L’avvocato Catenacci ha commentato che, a suo avviso, questo è un verdetto di compromesso «che, tuttavia, rappresenta un passo in avanti rispetto all’accusa iniziale. Ma noi vogliamo arrivare all’assoluzione piena nei prossimi gradi di giudizio».

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