Il guerriero riposa nella sua Trasacco

In 600 hanno atteso la salma al cimitero. La disperazione della nonna

TRASACCO. Pietro Taricone non ce l'ha fatta. Il tentativo del personale sanitario dell'ospedale di Terni di strapparlo alla morte è risultato vano. A Trasacco tutti sapevano delle gravissime condizioni del ragazzo, ma l'idea di perderlo veniva scacciata. Ci si è aggrappati così alla speranza che Pietro, da indomito «guerriero», potesse vincere la sua lotta con la morte. Ma solo un miracolo poteva salvarlo. Che non c'è stato. Ora l'intera Trasacco piange la perdita di un ragazzo che tutti amavano per la sua autenticità e spontaneità. Mentre il sindaco Gino Fosca ha proclamato per questa mattina il lutto cittadino.

«Il paracadutismo, che lo ha portato alla morte», rivela l'architetto Gino Babusci, «è stata sempre, insieme ai cavalli, la grande passione di Pietro. Ancora ragazzo, insieme ad alcuni amici, tra cui mio fratello Pietro, andava a Popoli per praticare jumping». Pietro Babusci è stato con Taricone a Terni anche domenica. «Il successo, come capita a tanti, non gli aveva dato alla testa», testimonia Raffaele Catarinacci. «Pietro era rimasto un ragazzo semplice, affabile, spontaneo, a volte persino timido. Insomma una persona vera».

Catarinacci gestisce un pub e Taricone, quando era a Trasacco, se poteva, gli dava una mano. «Dopo i successi televisivi», interviene Francesco Lattanzi, barista, «temevamo di non vederlo più. Invece ha continuato a cercarci e a organizzare insieme i soliti trekking sulle montagne che sovrastano Trasacco. Ci divertivamo da pazzi. Pietro contagiava tutti con il suo entusiasmo e la sua voglia di vivere».

L'ex sindaco Giuseppe Ranalletta, legatissimo a Pietro, ha appreso la notizia della tragedia in Calabria, dove si trova in vacanza. Fu proprio Ranalletta nel 2001 a organizzare una grande festa in onore di Taricone e concedergli, durante una cerimonia in Comune, la cittadinanza onoraria e una chiave della sua stessa altezza (1,70), costruita appositamente. Chiave che l'attore custodiva gelosamente.

«Sono costernato» dice l'ex primo cittadino, «non riesco ancora a crederci. Gli dei, dicevano gli antichi, amano chi muore giovane. Ma, purtroppo, lasciano nella disperazione i suoi cari e gli amici». Ranalletta ricorda le grandi passioni di Pietro: la montagna, i cavalli, gli sport estremi. «Era una forza della natura. Gli dicevo spesso: Pietro, tu sei abituato a guardare l'orizzonte e non i confini. Era generosissimo e non amava i compromessi. Per gli amici si sarebbe fatto in quattro. E poi era legatissimo a Trasacco, paese che gli ha dato i natali. Appena gli impegni di lavoro glielo permettevano, correva qui, dove, mi ha confidato, si sentiva veramente felice».

Sul «grande attaccamento» di Pietro alla sua cittadina e sul «suo senso di appartenenza» si sofferma Giovanni Cambise, consigliere comunale. «Pietro», dice Cambise «non ha mai dimenticato le sue radici. Anzi, col tempo, le ha rafforzate».

I funerali di Taricone, uno dei protagonisti più amati del Grande fratello, soprattutto dal pubblico femminile, si sono svolti nel pomeriggio a Terni. Dopo il rito, il feretro, è proseguito alla volta di Trasacco, dove Pietro, alle 21, ha ricevuto l'ultimo commovente abbraccio dei suoi concittadini. Ad attendere la salma - che verrà tumulata stamattina nella cappella di famiglia - c'erano oltre 600 persone. Straziante il dolore di nonna Iole, che, piegata sulla bara, continuava a invocare il nome del nipote prediletto: «Pietro, amore mio, cosa mi hai fatto...». Dato il fortissimo legame con la sua città d'origine, era sicuramente qui che il giovane attore avrebbe voluto riposare per sempre.

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