Il lago di Scanno si abbassa dopo il terremoto di Amatrice

Dopo la scossa il livello è sceso di tre metri. Un precedente simile dopo il sisma del 6 aprile 2009. La Comunità montana lancia l’allarme e chiede l’intervento della Regione

SCANNO. Ci sono crepe nel lago a forma di cuore che causano una dispersione di acqua? Fratture nella roccia forse provocate dai terremoti? Non si tratta di fantasiose supposizioni, ma di uno strano quanto misterioso fenomeno al centro di un dibattito che coinvolge la Comunità montana peligna e la Regione Abruzzo.

Il livello delle acque del lago di Scanno, dopo il terremoto di Amatrice del 24 agosto, si è abbassato di circa tre metri. Fatto che si era verificato già dopo la catastrofe di sette anni fa all’Aquila.

Il commissario straordinario della Comunità montana peligna, Eustachio Gentile, scannese doc, ha inviato un documento al presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, per chiedere di esaminare il fenomeno.

«A seguito del terremoto del 24 agosto scorso il fenomeno del calo repentino del livello delle acque si è ulteriormente e pericolosamente accentuato», afferma Gentile, «e in tanti abbiamo notato che, nel giro di pochi giorni dopo il sisma, l’abbassamento del livello delle acque ha subìto una pericolosissima accelerazione, forse a causa del dilatarsi di una frattura già provocata dal terremoto dell’Aquila nel 2009. Nel 2012, a nostre spese, avevamo provveduto a far realizzare un primissimo studio geologico al professor Enrico Miccadei dell’Università di Chieti. Studio che è stato poi inserito nel Piano di gestione del lago di Scanno, ricompreso nella Zona di protezione esterna del Parco d’Abruzzo, promosso sempre da questo Ente su finanziamento regionale. Se vogliamo valorizzare e ottimizzare i soldi pubblici spesi finora, si renderebbe urgente e necessario dare seguito a quanto già prodotto attivando un approfondito studio scientifico attraverso il quale decidere se e con quali progetti esecutivi intervenire non solo rispetto al fenomeno dell’abbassamento del livello delle acqua, ma anche per la conservazione e la salvaguardia più complessiva del lago di Scanno e della sua pregiata biodiversità».

Il commissario della Comunità montana peligna, Eustachio Gentile, ha invitato il presidente D’Alfonso a compiere un sopralluogo.

Già quattro anni fa il lago di Scanno era finito al centro di studi accompagnati da leggende. Un primo abbassamento del livello del bacino, secondo alcuni studiosi, era riconducibile in parte alla siccità e in parte al terremoto del 2009. Un allarme fu lanciato anche dagli ambientalisti, per i quali, con l’abbassamento dell’acqua, potrebbe essere a rischio la sopravvivenza di flora e fauna.

Ci sono poi altri misteri. Come quello delle bussole dei sub che s’immergono nella zona nord del comune di Villalago. Le lancette degli strumenti, una volta sott’acqua, non segnano il nord e piegano in tutt’altra direzione. Tanto da spingere i tecnici dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Roma, Fabio Florindo e Marco Marchetti, a compiere degli accertamenti.

Con l’aiuto di due imbarcazioni messe a disposizione dall’Associazione pescatori presieduta da Enzo Gentile l’Ingv ha monitorato i fondali alla ricerca di eventuali segnali magnetici. Sono state trovate armi risalenti alla Seconda guerra mondiale, ma niente di straordinario, e altri oggetti in ferro sepolti nel limo. Oggetti che restano nel lago.

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