Il lavoro agricolo non piace, solo 152 richieste 

AVEZZANO. Aziende fucensi pronte ad applicare il piano B per limitare l’impatto dovuto alla forte carenza di manodopera (3.500 addetti): la semina di prodotti, ovvero, patate, carote e pomodori la...

AVEZZANO. Aziende fucensi pronte ad applicare il piano B per limitare l’impatto dovuto alla forte carenza di manodopera (3.500 addetti): la semina di prodotti, ovvero, patate, carote e pomodori la cui raccolta è totalmente meccanizzata. Per scongiurare il rischio di lasciare le coltivazioni nei campi, visto l’esiguo numero di possibili braccianti agricoli italiani (152) a fronte di migliaia di extracomunitari mancanti, molte aziende stanno optando per la semina di prodotti da raccogliere con le macchine.
Soluzione di ripiego destinata a impattare negativamente sul sistema. L’assenza di braccianti, però, a meno di una svolta, rischia di far pagare pegno anche al comparto agricolo che potrebbe assorbire gran parte dei lavoratori destinati a pagare un prezzo davvero alto a causa del coronavirus. Ma la terra non sembra attirare più di tanto i disoccupati marsicani, mentre a un paio di settimane dall’inizio dei primi raccolti, alcuni imprenditori fucensi rimodulano i piani delle semine degli ortaggi sulla base della forza lavoro sicura. Nel frattempo le aziende hanno avviato le operazioni di contatto con gli iscritti al portale Agrijob messo a disposizione da Confagricoltura per far incontrare domanda e offerta di lavoro: una quindicina le assunzioni, sia di uomini che di donne, effettuate finora. Le operazioni, però, non sono sgombre da ostacoli dovuti anche alle compilazioni delle domande di assunzione.
«Spesso», sottolinea Stefano Fabrizi, direttore di Confagricoltura, «i dati inseriti da chi cerca lavoro sono poco attinenti: alle aziende interessa sapere soprattutto se gli aspiranti lavoratori fucensi hanno avuto esperienza nel settore e se sono consapevoli che il lavoro in agricoltura è faticoso, anche se può dare soddisfazioni economiche in linea con il contratto nazionale di lavoro». Qui la paga oraria stabilita in base alle qualifiche, parte dai 7,92 euro l’ora per i raccoglitori, (la fascia più bassa, per 6 ore e 30 di lavoro al giorno); sale a 10,13 per l’operaio comune; a 11,09 per l’operaio qualificato. Infine sono previsti 12,54 euro l’ora per i super specializzati (capo operaio, trattorista). La “strada” per il Fucino, comunque, dove cercano lavoratori oltre 500 aziende, è sempre aperta collegandosi all’indirizzo: http://www.confagricoltura.it/ita/.
«Tra una quindicina di giorni la raccolta nel Fucino entra nel vivo», afferma Fabrizi, «il governo sta cercando di aprire un corridoio per far arrivare lavoratori da alcuni paesi dei Balcani a noi più vicini: può arrivare un aiutino, ma non è la soluzione che riuscirà da sola a risolvere il problema della carenza di manodopera. Chi ha necessità di lavorare e conosce la situazione del Fucino si decida, è una buona chance per portare a casa un salario».
Intanto Confagricoltura ricorda Agrijob, un servizio l’associazione, autorizzata dal ministero del Lavoro, mette a disposizione delle proprie imprese associate e di tutti coloro che aspirano a lavorare in agricoltura. Si tratta dell’attività di intermediazione tra domanda e offerta di lavoro. L’attività viene svolta tramite le articolazioni territoriali di Confagricoltura e le Unioni provinciali degli agricoltori (Upa) che hanno sottoscritto una convenzione.
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