Il robot che sostituisce la disabile in ufficio

La riabilitazione del futuro: lei è in una clinica di Sulmona, il suo “avatar” al Ministero a Roma

SULMONA. Può un paziente ricoverato in una struttura sanitaria continuare a lavorare come se fosse seduto alla scrivania del proprio ufficio? Per Ester Conti, paraplegica da 13 anni a seguito di un incidente e dipendente del ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, la risposta è «sì». Con il progetto “Telepresence robot” infatti, Ester Conti continua la propria riabilitazione nella casa di cura San Raffaele di Sulmona e al contempo riesce ad essere “presente” grazie ad uno speciale robot nei propri uffici di Roma.

Un percorso riabilitativo unico nel suo genere presentato ieri alla Farnesina.

Tutto è iniziato nel gennaio 2014 quando l’istituto di cura ha voluto includere la donna nel progetto: un lavoro di squadra, che coinvolge diversi istituti e professionalità. Innanzitutto l’Università dell’Aquila (dipartimento di Ingegneria industriale e dell’informazione), poi il dottorato di ricerca in Ingegneria meccanica, energetica e gestionale svolto dall’ingegnere giapponese Jun Yamaguchi; il ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale (Maeci), lo Shibaura institute of technology (Tokio-Giappone) e il National rehabilitation center for person with disabilities (Nrcd-Tokio). Scopo del progetto è studiare l’utilizzo, limiti e punti di forza del dispositivo tecnologico già in uso per scopi commerciali in vari Paesi. Durante il periodo di sperimentazione l’interazione fra i pazienti e “Telepresence” è seguita da un gruppo composto da ingegneri, medici, psicologi, assistenti sociali e terapisti occupazionali. “Telepresence” consiste sostanzialmente in una staffa dotata di ruote e sulla quale è montato un iPad. Quando è in funzione, sullo schermo compare il volto di chi lo utilizza. Attraverso la normale rete wireless è possibile far muovere il robot attraverso le stanze e regolare l’altezza dello schermo, mentre la telecamera trasmette le immagini delle cose e persone che si trovano intorno. Il microfono e il sistema audio consentono di conversare con chiunque si incontri. L’utilizzatore del robot è totalmente autonomo. «Lo scopo della nostra ricerca», spiega il dottor Giorgio Felzani, direttore sanitario del San Raffaele Sulmona, «è capire i vantaggi che l’utilizzo di un robot-avatar porta a chi è nelle particolarissime condizioni in cui si trovano i nostri pazienti, e anche quali modifiche fare al dispositivo in modo da rendere massima la sua utilità, minimizzando contemporaneamente i costi».

«Dopo l’incidente», racconta Ester Conti, «la mia vita è cambiata radicalmente. Sono arrivata a quella che chiamo la mia seconda vita grazie all’amore della mia famiglia, dei miei amici. E anche grazie ai miei colleghi e a un lavoro che mi piace. Ma i periodi di lontananza sono in problema. Telepresence mi dà una opportunità in più, perché mi permette di essere davvero presente sul posto di lavoro».

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