Il vino si farà, spuntano nuovi germogli

Speranze in Valle Peligna grazie al tenace lavoro degli agricoltori: limitati i danni provocati dall’anomala ondata di gelo

PRATOLA PELIGNA. Il gelo ha distrutto i vitigni, ma non ha piegato lo spirito dei viticoltori del Centro Abruzzo. In molti stanno curando le proprie vigne con più impegno e dedizione per cercare di recuperare i danni inflitti dalla gelata della notte tra il 25 e 26 aprile. Lavoro che sta stimolando la crescita di nuovi germogli che, pur se non produttivi come quelli bruciati dal gelo, rappresentano il riscatto. «Stiamo traendo forza dalle nostre vigne», ha detto Alice Pietrantonj dell’omonima cantina di Vittorito e presidente del consorzio vignaioli Terre dei Peligni, «gran parte del raccolto resta irrimediabilmente compromesso, ma stiamo lavorando e le viti stanno ricominciando a far nascere nuovi germogli. Se la stagione girerà bene sarà possibile limitare i danni anche se gran parte del raccolto è compromesso. Noi comunque andiamo avanti». Parole che esprimono la tenacia appresa negli anni di lavoro nell’azienda di famiglia dove da sempre sono abituati a fare fronte alle intemperie del tempo pur di arrivare a fare un prodotto di qualità. «Quest’anno occorre lavorare di più per garantire il superamento del danno già nella vendemmia del 2017», afferma Velia Di Bacco agronoma di Pratola Peligna, «in particolare è necessario non rimuovere le gemme bruciate e dare spazio a quelle che stanno rifiorendo in questo periodo. Inoltre, quando la stagione sarà più avanti e le foglie saranno pronte per assorbire meglio i prodotti, è consigliabile trattare le vigne con ormoni e alghe che daranno la forza per superare meglio il duro colpo». Un lavoro certosino e più costoso che i produttori si apprestano a fare. Sforzi nati per garantire la presenza dei vini di qualità che si producono nella zona. «Abbiamo diviso gli interventi in tre tipologie», affermano Antonia e Ottaviano Pasquale della cantina Praesidium di Prezza, «in pratica ci occuperemo di aumentare la dotazione di sostanze nutrienti nelle aree meno colpite, per quelle medie provvederemo a utilizzare, a settembre, fertilizzanti naturali, mentre per la parte più danneggiata interverremo con una potatura specifica per ridare forza alla vite. Insomma, non ci arrendiamo».

L’impegno dei viticoltori dovrebbe ora essere supportato anche dalle scelte dei politici. In particolare si guarda alla possibilità di inserire nel nuovo piano di sviluppo rurale norme in grado di dare maggiori risorse per la prevenzione delle gelate e dare una mano per chi il danno lo ha già subito. Inoltre, potrebbe arrivare il riconoscimento dello stato di calamità naturale per il quale è partito il censimento dei danni.

Nell’attesa i produttori non si sono persi d’animo, anzi si sono rimboccate le maniche per limitare i danni della gelata, tra le più catastrofiche degli ultimi 20 anni.

Federico Cifani

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