In Abruzzo è nato Hope, il cucciolo di camoscio appenninico

Il suo non vuole dire speranza: è il primo nato dal momento dell’istituzione dell’area faunistica di Rovere del Parco Velino Sirente

ROVERE. Si chiama Hope, che vuole dire Speranza, il cucciolo di camoscio nato in questi giorni nell’area faunistica di Rovere del Parco Velino Sirente. Hope rappresenta davvero una speranza per il futuro, ma anche un sogno che si è appena realizzato. Il cucciolo, infatti, è il primo nato dal momento dell’istituzione dell’area faunistica del camoscio appenninico. Il piccolo è stato osservato e fotografato proprio ieri, per la prima volta, dalla Guardia ecozoofila nazionale Sara Megale, impegnata nel servizio di vigilanza nel Parco, proprio nei pressi dell’Area Faunistica. I genitori, i giovani esemplari Ago e Sky, provengono dalle aree faunistiche del Gran Sasso e della Majella e sono stati trasferiti prima del periodo riproduttivo a Rovere.

«L’evento», fanno sapere dal Parco, «rappresenta un vero e proprio successo per l’ Ente Parco Sirente Velino, attualmente impegnato nelle importantissime azioni del Post life coornata». Si tratta di un progetto europeo che si è concluso nel settembre del 2014, che si è rivelato un successo a livello internazionale, e che ha permesso la costituzione della quinta popolazione di camoscio appenninico. La nuova “famiglia” di mammiferi ha raggiunto complessivamente il numero di 30 esemplari liberi in natura nel Parco Sirente Velino. I nemici più agguerriti che minacciano la sopravvivenza della specie sono rappresentati dal numero limitato di esemplari, dalla diminuzione e scarsa consistenza dei gruppi, dalla bassa variabilità genetica. L’ente Parco è tutt’ora impegnato con le catture di camosci da altri Parchi nazionali abruzzesi, con il successivo trasporto e rilascio nell’area faunistica del Sirente.

«Le scelte e le strategie di gestione della fauna selvatica portate avanti dall’ ente Parco», proseguono, «si sono rivelate adeguate e ben pianificate e quest’evento conferisce un ulteriore valore aggiunto all’ ente Parco premiandone sforzi, strategie e iniziative. L’ evento fa ben sperare anche perché, nel prossimo futuro l’ente Parco potrà contare su un’altra potenziale “riserva” di individui da poter catturare e rilasciare in libertà». I tecnici e il personale del servizio scientifico e monitoraggio dell’area protetta e il custode dell’area faunistica assicureranno la vigilanza e il mantenimento dello stato di salute dei camosci. «Da questo momento», aggiungono, «per proteggere Hope e consentirgli una crescita sana e sicura, impegniamoci tutti a non disturbarlo e a stare lontani il più possibile dall’area faunistica, per garantirgli tranquillità e benessere».

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