Incendio in carcere, celle evacuate

Detenuto legato alla banda della Magliana dà fuoco al materasso

SULMONA. Tensione e paura nel carcere di Sulmona. Un detenuto della sezione di alta sicurezza, V.F. di 40 anni, ha dato fuoco al suo materasso costringendo gli agenti a sgomberare un’intera ala del penitenziario. Per circa due ore è stato allarme rosso, con il fumo che ha invaso la pericolosa sezione e i detenuti che urlavano per essere soccorsi temendo di morire soffocati nelle celle.

Tutto si è risolto grazie al tempestivo intervento degli agenti di polizia penintenziaria che con grande accortezza e cautela hanno provveduto a trasferire i 50 reclusi ad alto indice di sicurezza in un luogo più sicuro fino a quando l’ala del carcere è stata completamente liberata dal fumo.
L’episodio si è verificato nella serata di martedì.
Protagonista un detenuto considerato particolarmente pericoloso per via dei suoi precedenti legati alle vicende criminali della banda della Magliana.
Ma anche per le sue condizioni psichiche che lo costringerebbero ad assumere consistenti dosi di psicofarmaci.

E la sua clamorosa protesta, almeno secondo la versione data dallo stesso carcerato, sarebbe legata proprio alla mancata assunzione di tranquillanti e alla decisione della direzione del supercarcere di via Lamaccio di non accettare alcune sue richieste che andavano contro il regolamento interno dei detenuti.
L’allarme è scattato quando il fumo provocato dall’incendio del materasso realizzato in materiale ignifugo ha iniziato a invadere la sezione di alta sicurezza.
Sentendosi in pericolo i detenuti hanno inizato a urlare e a battere le posate sulla porta della loro cella per richiamare l’attenzione degli agenti.

In pochi attimi è scattato il piano di evacuazione: momenti di grande tensione hanno caratterizzato l’intera operazione di sgombero con quasi tutti gli agenti in servizio dirottati nella divisione di alta sicurezza.
Tutto si è concluso dopo più di due ore con i 50 detenuti che hanno potuto far ritorno nelle loro celle nel frattempo bonificate dal fumo.
Sull’episodio il direttore del carcere, Sergio Romice, ha avviato un’inchiesta interna tesa a comprendere appieno i motivi che hanno spinto il recluso a provocare l’incendio.

Intanto proprio ieri la Uil penitenziari ha proclamato lo stato di agitazione di tutti gli iscritti in seguito al taglio dell’80% del lavoro straordinario degli agenti penitenziari in servizio nel supercarcere sulmonese.
La reazione è conseguente alla decisione del direttore di procedere al riassetto dei servizi con la drastica riduzione dello straordinario che fino ad oggi era stato l’unico strumento per sopperire alla cronica carenza di personale.

«La Uil è molto preoccupata di ciò che accadrà nella nostra struttura carceraria nel prossimo futuro», afferma il vice segretario regionale Uil penitenziari, Mauro Nardella, «e se il direttore non rivedrà le sue decisioni saremo costretti a manifestare il nostro dissenso con tutte le modalità permesse dalla legge contro una gestione che potrebbe mettere a repentaglio non solo l’efficienza professionale dei vari operatori, ma anche la sicurezza dell’istituto sia interna che esterna».

«La Direzione» prosegue il sindacalista Nardella «così facendo sta dimostrando che il carcere di Sulmona non ha bisogno di nuovo personale facendo passare un messaggio distorto da quello che invece la realtà ci ha abituati ad osservare. Se non ripristinerà il precedente assetto organizzativo», conclude l’esponente della Uil, «la nostra sigla sindacale non siederà al prossimo tavolo delle trattative con la direzione del carcere di Sulmona». E questo sembra solo l’inizio di una dura battaglia.

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