L'Aquila, il manager Asl: qui i massoni non fanno carriera

Silveri: Cavaliere non lavora con noi, in azienda niente corsie preferenziali per nessuno

L'AQUILA. «Far carriera grazie alla massoneria? Magari altrove ma non all'Asl dell'Aquila». Lo stop arriva dal manager Giancarlo Silveri che si dice infastidito per il coinvolgimento dell'ospedale nella vicenda del medico che si fece massone.

Vicenda, questa, che emerge dal voluminoso materiale agli atti dell'inchiesta sulla tentata truffa da perpetrarsi attraverso la Fondazione Abruzzo solidarietà e sviluppo vicina alla Curia arcivescovile. In particolare, dalle carte, spuntano i rapporti tra il medico Gianfranco Cavaliere, uomo di Giovanardi all'Aquila, e la loggia «Guglia d'Abruzzo» di via Aldo Moro dove il 2 novembre 2010 avviene la «tegolatura» cioè l'iniziazione del profano. Una richiesta che, per l'accusa, è legata al progetto di avanzamento di carriera nel Dipartimento di scienze chirurgiche dell'ospedale San Salvatore.

Su questo argomento il manager Asl è categorico. «Non ho nulla da dire», taglia corto. «È una libera interpretazione tratta da quale romanzo non lo so. Una storia che, tuttavia, mi infastidisce perché io ho impostato un'azione e uno stile gestionale che cercano di distinguersi un po' e di mirare alla qualità e al merito. Non sto ricevendo, né accogliendo, pressioni di vario genere che normalmente possono essere facilmente presenti in ambienti lavorativi. A maggior ragione, non ho motivo di dubitare che, a qualcuno, possa essere venuto in mente che la cosa potesse funzionare anche all'Asl. Una spiegazione plausibile potrebbe essere che il medico possa avere avuto delle aspirazioni nei nostri confronti oppure che possa esserci stato qualcuno che gli abbia fatto credere qualcosa del genere. Se avesse parlato con me, l'argomentazione non avrebbe avuto nessun effetto».

Intanto anche l'Asl si smarca dall'imputato Cavaliere. «Non lavora con noi neanche col dottorato. Ha fatto una specializzazione presso le scuole che si appoggiano al San Salvatore ma, al momento, l'azienda non ha alcun tipo di rapporto né con lui né con la massoneria, assolutamente. Io personalmente, poi, non sono iscritto alla massoneria. Per cui non vedo perché, anche se fossi stato iscritto, avrei dovuto assegnare corsie preferenziali a questa come ad altre categorie. La massoneria svolge anche, in molti casi, attività meritevoli, tipo beneficenza o filantropia, anche se», dice in conclusione il manager Asl, «non so esattamente che cosa faccia». (e.n.)

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