L’Aquila, il presidente della Corte d’appello: cittadini sfiduciati

L’inaugurazione dell’anno giudiziario si apre con la relazione del giudice Stefano Schirò: “Centro storico ancora devastato a 4 anni dal terremoto, residenti incerti sul futuro”

L’AQUILA. Inaugurazione anno giudiziario all'Aquila. Il presidente della Corte d'Appello Stefano Schirò: "Malgrado il tempo trascorso,oltre quattro anni dal terremoto, deve con amarezza constatarsi che il centro storico della città, cuore pulsante della sua vita culturale, della sua arte e della sua socialità, e' ancora devastato e non e' stato restituito ai cittadini, che sono segnati e provati da sfiducia e incertezza sul loro futuro".

Il presidente parla delle indagini in corso sulla politica, da quella sulle presunte tangenti all'Aquila fino alla bufera sui rimborsi della Regione Abruzzo con 25 politici indagati: "Certamente dev'essere assoluto, pieno e integrale il rispetto del principio costituzionale di presunzione di innocenza fino a sentenza di condanna passata in giudicato. Non si devono confondere le indagini e gli strumenti processuali, di natura istruttoria e cautelare, necessari a impedire la prosecuzione di eventuali reati e ad accertare i fatti, con i processi e le sentenze definitive. Totale deve essere il rispetto della magistratura verso l'autonomia della politica e del legittimo operato e delle legittime scelte delle sue istituzioni. Nessun giudizio anticipato né di condanna giuridica né di censura politica e sociale deve essere emesso prima che siano chiaramente accertati i fatti e non compete certo alla magistratura esprimere valutazioni politiche. Ma non può non osservarsi che la crisi delle istituzioni e la paralisi o il rallentamento del loro operato non sono quella risposta di regolare operosità e fattiva collaborazione di cui ci sarebbe invece necessità".

Ancora Schirò: "Non dobbiamo dimenticare che anche nell'amministrazione della cosa pubblica tutto si tiene. Se in un settore nevralgico si crea un vuoto di presenza e di azione legittima, tutto il sistema dell'apparato pubblico ne risente. Siamo chiamati a svolgere un gioco di squadra nel quale tutti devono impegnarsi nella stessa misura e nella stessa direzione, altrimenti e' la resa complessiva del sistema che ne risente. E' possibile che in ogni settore dell'amministrazione pubblica, anche in quello della giustizia naturalmente, ci siano errori, disfunzioni, cadute di legittimità e di tenuta morale. Ma la risalita deve essere rapida, immediata, trasparente e inequivoca, perché quello della fattiva e normale operosità, in un contesto di rigorosa legittimità, e' un obiettivo primario ed essenziale. Ce lo chiedono i cittadini e la società civile in genere, che ci guardano e ci giudicano e ai quali abbiamo il dovere giuridico e morale di dare risposte adeguate alle esigenze di efficienza ormai indefettibili".

Un pensiero, poi, alle vittime del terremoto del 6 aprile 2009: "Rivolgo un pensiero deferente e commosso alle famiglie delle vittime del terremoto, di cui L'Aquila porta ancora drammaticamente i segni e le ferite, e in particolare alle figure degli avvocati e dei loro congiunti che in quella terribile notte persero la vita insieme a tanti altri cittadini".

I rappresentanti degli ordini forensi del Distretto della Corte d'Appello dell'Aquila abbandonano l'aula dove si tiene l'inaugurazione dell'anno giudiziario in segno di protesta. A spiegare le ragioni il presidente dell'ordine degli avvocati dell'Aquila Carlo Peretti nel corso del suo previsto intervento: Peretti legge un comunicato di protesta sullo stato della giustizia.

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