L'Aquila: «Niente esenzione ticket per chi è senza reddito»

La Corte d’appello boccia un ricorso presentato contro l’Azienda sanitaria da Cittadinanzattiva: «Molto preoccupati per gli effetti di questa sentenza»

L’AQUILA. Nei giorni scorsi la Corte d’appello ha respinto un ricorso contro la regola dell’Asl, in tema di ticket sanitari, per cui può godere di esenzione solo chi fa la dichiarazione dei redditi mentre chi non la fa, in quanto non ha soldi, è fuori dal beneficio.

Contro questa decisione insorge il Tribunale per i diritti del malato che tramite Cittadinanzattiva aveva presentato il ricorso in appello.

«Pur prendendo atto della decisione», dice il dottor Aldo Cerulli, segretario regionale di Cittadinanza attiva, «con la quale in tema di esenzione ticket si conferma la discutibile tesi dell’Asl in base alla quale possono godere di esenzione ticket solo i familiari fiscalmente a carico del disoccupato e, per conseguenza anche i parenti per i quali il dichiarante gode di detrazioni fiscali, ma comunque ha un reddito, non riusciamo a comprendere come mai chi non presenta una dichiarazione dei redditi (perché non ha soldi) non abbia diritto a essere curato con esenzione dal ticket. E questo con i ticket esosi che ci sono in Abruzzo grazie a chi ha amministrato la sanità regionale in modo superficiale».

«Siamo rispettosi della decisione del magistrato», prosegue Cerulli, «ma nel contempo siamo fortemente preoccupati dagli effetti di una sentenza sulla massa di coloro che non potranno più accedere alle cure»

«Avevamo sperato», aggiunge Cerulli, le cui conclusioni sono condivise anche da Maria Caterina Sirolli, del Tribunale per i diritti del malato, «che la Corte d’appello, al cospetto di una simile norma fiscale, carente nel suo contenuto e palesemente incostituzionale, per il differenziato effetto che provoca sui diritti dei cittadini, potesse almeno decidere di investire del problema la Corte costituzionale, ma accettiamo le conclusioni adottate, nonostante la palese violazione da parte della norma dei diritti alla salute».

«A questo punto ci chiediamo, almeno noi lo scrupolo lo abbiamo», conclude, «in quale modo i familiari di un disoccupato, risultanti fiscalmente non a carico per l’impossibilità di produrre una denuncia dei redditi, potranno avere modo di curarsi».

Il ricorso potrebbe essere impugnato in Cassazione ma chi lo ha presentato, forse per la troppa delusione, non intente coltivarlo e non possono farlo altri al posto suo.

Per cui ci saranno sicuramente delle iniziative anche a livello di Agenzia delle entrate nel tentativo di limitare questa ingiustizia tramite qualche provvedimento amministrativo. Ma la delusione è forte.

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