L'Aquila, tolte 10 tonnellate di macerieMa in tremila hanno dovuto forzare il blocco

La rabbia del popolo delle carriole ha vinto ancora una volta, ma si è rischiata la rissa: il cordone della polizia ha fatto resistenza ma, per fortuna, il buon senso ha prevalso dopo i primi spintoni. Ora c’è un obiettivo: togliere tutti i sassi da piazza Palazzo prima del 6 aprile

L’AQUILA. In tremila hanno forzato il blocco della zona rossa e hanno rimosso almeno 10 tonnellate di macerie. La rabbia del popolo delle carriole ha vinto ancora una volta, ma si è rischiata la rissa: il cordone della polizia ha fatto resistenza ma, per fortuna, il buon senso ha prevalso dopo i primi spintoni. Ora c’è un obiettivo: togliere tutti i sassi da piazza Palazzo prima del 6 aprile.

IL BLOCCO.
Dopo il concentramento in piazza Duomo, il tutto in allegria anche per la presenza, tra le carriole dell’asino «Luciano», simpatica attrattiva per adulti e bambini, trasportato da Paganica da Fernando Galletti, è salita la tensione quando la polizia ha tentato, incautamente, di trattenere i manifestanti per poi cedere ancora una volta. Ma non prima che un agente e un dimostrante (illesi) scivolassero accidentalmente. «E’ inaudito» ha commentato Sara Vegni del comitato 3e32 «che ogni domenica ci sia questo rituale per poter fare una cosa che ci spetta di diritto». «Avevamo concordato la possibilità di accedere a piccoli gruppi nella piazza» ha spiegato Marco Valeri «non capisco perché si arrivi a questo mi auguro che tali episodi non siano voluti da qualcuno per screditare la nostra manifestazione pacifica».

IL RECUPERO.
In tremila hanno lavorato fino alle 16 nel perimetro di piazza Palazzo, ma da un lato opposto rispetto a quello di domenica scorsa, per smaltire le macerie armati di pale, secchi e mascherine anti amianto: terriccio e altro materiale inerte è uscito fuori dal perimetro della piazza con il sistema già rodato della catena umana. Il materiale, circa 10 tonnellate, è stato scaricato in un grande cassone posizionato dall’Asm ai 4 cantoni. Il resto: bifore, mattoni, coppi e altro materiale da recuperare, separato con attenzione, è stato accantonato. Ma dalle macerie è spuntato di tutto, un disco in vinile dei Jefferson Airplane, un libro di Proust e una vecchia radiolina incredibilmente funzionante. Secondo l’architetto Antonio Perrotti è di gran lunga superiore il materiale da salvare piuttosto che quello di risulta. Il tutto sotto gli occhi di bambini e anziani. Il più piccolo, 18 mesi, «impegnato» con la carriola giocattolo, è stato Alessandro Elia. Da quelle parti anche la «nonnina», del popolo delle carriole Eufrasia Angelantonio, 93 anni, che abitava nella parte storica di via Castello, ex stiratrice al San Salvatore. Domenica prossima, come ha annunciato Giusi Pitari, una delle animatrici del popolo delle carriole, ci sarà un’ altra iniziativa per togliere tutto entro il 6 aprile.

LA PROPOSTA. «Siamo convinti», ha detto Fernando Galletti, il padrone dell’asino «Luciano» in riferimento a uno spazio per le macerie «che a Pontiglione nella ex Teges c’è la capienza per un milione di metri cubi che possono essere riempiti  l’importante è che ci stiano a sentire». Ieri da Paganica c’è stato un considerevole contributo alla manifestazione. I paganichesi, giunti in forze, hanno evidenziato il problema dei single senza alloggi. «Possibile» ha detto Teresa Cima, «che per noi non ci sia una soluzione quando gli usi civici hanno messo a disposizione un’area gratis? Il Comune non può disattendere i diritti di cento persone solo nella nostra frazione».

SINDACO.
Il sindaco Massimo Cialente ha ribadito la proposta di trasportare le macerie di notte. «Abbiamo individuato delle macro aree» ha detto il primo cittadino «vaste anche 50 ettari. Nelle more delle gare di appalto potremo usufruire dell’Esercito e vigili del fuoco e studiare le modalità del trasporto e lavorare di notte è indispensabile: a pieno regime si potrebbero fare anche 800 viaggi al giorno e di giorno il traffico andrebbe a intasarsi». «Ma il problema che è sopra di tutti e che mi angustia» ha concluso il sindaco, «non sono tanto le macerie quanto il lavoro che manca a tanta gente».

TASSA DI SCOPO.
Il portavoce del comitato «Centro storico da salvare» Eugenio Carlomagno, ha raccolto ieri, in piazza Duomo, circa cinquemila firme per portare all’attenzione dei politici la proposta di una tassa di scopo. «Metteremo in questi giorni» ha detto «dei tavoli per la raccolta. Puntiamo ad arrivare in breve tempo a ventimila adesioni».

ARRIVA RONCHI.
Sarà un incontro in programma con il ministro Edo Ronchi, giovedì prossimo, a fare il punto sulla questione macerie: l’annuncio lo ha dato il parlamentare del Pd, Giovanni Lolli, presente alla mobilitazione delle carriole, anche questa domenica. «Dobbiamo capire insieme a Ronchi» ha spiegato Lolli, quanto la legge che porta il suo nome sia stata applicata in maniera restrittiva». Un sistema che, secondo Lolli, «rende sempre più complessa la rimozione delle macerie, specie se vengono considerate rifiuti solidi urbani». «Dobbiamo risolvere il problema» ha aggiunto «trovando la soluzione più semplice. Credo che sia opportuno che le macerie vengano lavorate qui, ma per fare questo c’é bisogno di superare una legge regionale che dice che gli unici siti per lo stoccaggio sono quelli industriali e artigianali».

SALLUSTIO.
Una pala, un caschetto da cantiere, un secchio e una fascia tricolore, con su scritto «carriole, carriole, carriole»: nel lasciare piazza Palazzo dopo una giornata di lavoro che ha visto impegnate circa tremila persone, gli aquilani hanno decorato in tal moto la statua di Sallustio, per «eleggerlo» a simbolo della mobilitazione delle macerie.

LA POLEMICA.
Il presidente dell’Ordine degli ingegneri, Paolo De Santis, è polemico. «Mi fa specie che il Comune con tutti i siti del demanio non trovi uno spazio», ha detto, «per depositare le macerie per poi vedere come stoccarle. Intanto potrebbe partire la ricostruzione attraverso la ripulitura dei centri storici. Così non ci sarebbero alibi per il popolo delle carriole che molto spesso è sponsorizzato dai chi ha interesse a formare consorzi sui quali oggi non c’é una normativa».

Poi insiste: «Si stanno facendo i consorzi senza sapere come sono le regole e come si devono prendere i contributi» .