La Finanza scopre le estetiste abusive

Controlli e sanzioni in tutta la Valle Peligna. Sequestrati anche strumenti di lavoro e attrezzature per coiffeur

SULMONA. Offensiva della guardia di finanza di Sulmona contro i parrucchieri e le estetiste abusive nei paesi della Valle Peligna. In tutto sono state controllate una decina di potenziali attività tra Sulmona, Pratola Peligna e altri paesi del circondario peligno, che operavano clandestinamente e quindi totalmente sconosciute al fisco.

L'operazione ha fatto sì che siano stati posti sotto sequestro le attrezzature ed i materiali utilizzati per l'esercizio abusivo della professione, in relazione al quale sono state comminate sanzioni amministrative fino a mille euro da pagare al Comune di residenza. Contemporaneamente sono state avviate dalle fiamme gialle indagini fiscali e finanziarie per la ricostruzione del reddito conseguito e, quindi, dell'imposta non pagata al fisco. E ora tutte queste persone finite sotto attenzione da parte delle fiamme gialle, rischiano di dover pagare tutto quello che hanno evaso finora.

L'indagine avviata da circa un anno e mezzo, è partita a seguito di numerosi segnalazioni effettuate soprattutto dai parrucchieri e dai titolari dei centri estetici della zona. Quelli regolarmente in possesso di licenza, che hanno difficoltà a far quadrare i conti, proprio grazie al particolare dinamismo di decine di persone che operano clandestinamente, senza nessuna spesa e senza pagare le tasse e quindi potendo proporre prezzi più bassi e vantaggiosi.

Anche il sindaco di Pratola, Antonio De Crescentiis, si era rivolto alla guardia di finanza per segnalare il fenomeno, dopo che una parrucchiera con regolare licenza era stata costretta a chiudere l'attività perché non riusciva più a sostenere gli alti costi di gestione del negozio. Tra l'altro, alcune delle parrucchiere pescate con le mani nel sacco, erano state anche loro, titolari di regolari attività, prima di scegliere la clandestinità.

Secondo la guardia di finanza di Sulmona, si tratta di un fenomeno, piuttosto diffuso nella Valle Peligna, che è sintomatico dell’esistenza di un’economia sommersa certamente determinata dalla fase di grave crisi economica che avviluppa il paese.

Ma che non può essere tollerato per gli effetti di sleale concorrenza nei confronti degli operatori onesti che pagano le tasse regolarmente e che, unitamente agli interessi del fisco, la Guardia di finanza intende tutelare. E dai primi accertamenti tributari è già emerso come i prezzi particolarmente competitivi, sono alla base del fenomeno, unitamente alla possibilità di prestare i servizi a domicilio per un cospicuo numero di clienti giornalieri.

Si parla anche di 10 prestazioni al giorno con incassi sui 300 euro, tutti esentasse e senza dover sostenere le spese di gestione del salone e dello smaltimento dei rifiuti speciali come tinte e additivi vari. Incombenza che viene affidata quasi sempre alle clienti, e naturalmente disattesa. Dopo la prima ondata che ha portato gli uomini del tenente Edgar Pace ad individuare una decina di parrucchiere ed estetiste clandestine, tra Sulmona e Pratola Peligna, si attende l'esito dei controlli tuttora in corso, negli altri paesi del Centro Abruzzo e nell'Alto Sangro. Territorio quest'ultimo, dove il fenomeno sarebbe particolarmente diffuso.

Claudio Lattanzio

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