La protesta delle carriole, in piazza a gruppi

Mobilitazione per liberare la città dalle macerie Appuntamento alle 10 in piazza Duomo, catena umana fino al Comune. "Andiamo avanti nella nostra protesta". Il sindaco Massimo Cialente trova la mediazione dopoo il divieto di manifestare

L’AQUILA. È il giorno delle carriole in piazza per rimuovere le macerie immobili da 10 mesi. Il terzo atto della serie «riprendiamoci la città» va in scena stamani, a partire dalle 10, col raduno dei cittadini in piazza Duomo. Il sindaco Massimo Cialente, mediatore tra le diverse posizioni, ha disposto, con ordinanza, che in piazza Palazzo si entrerà a gruppi da 15 persone «fino a un massimo di 45».

NUMERO CHIUSO
. Tutti gli altri potrebbero restare fuori da piazza Palazzo, ma secondo il tam-tam su Internet di alcuni dei coordinatori della manifestazione, la presenza di tutti è comunque importante per creare una catena umana lungo corso Vittorio Emanuele, fino a piazza Duomo. La manifestazione dovrebbe durare un’ora. Tuttavia, ordinanze a parte, sarà difficile contenere, numericamente e temporalmente, la voglia degli aquilani di riprendersi la città e di cercare, anche se soltanto in maniera simbolica, di togliere di mezzo una parte di quei 4,5 milioni di tonnellate di macerie che ancora ingombrano strade e piazze. Quella di oggi è la terza domenica di protesta pacifica degli aquilani in piazza, per sollecitare l’avvio della ricostruzione del centro storico che non è ancora partita.

LA CATENA UMANA. Secondo un abbozzo di programma diramato ieri, le macerie di piazza Palazzo verranno «lavorate» da un gruppo di 45 persone che preleveranno solamente quella parte di materiale che è possibile portare via (escluse pietre, elementi architettonici ed effetti personali da riconsegnare a chi li ha perduti, o ai loro parenti). La prima operazione, col sostegno di volontari con competenze tecniche in materia, è il prelevamento con una prima selezione. Il materiale, poi, dovrebbe arrivare ai Quattro cantoni dove un altro esercito di aquilani allestirà una sorta di catena umana per lo smaltimento del materiale di scarto. Una parte dei detriti verrà collocata in contenitori. Un’altra parte di macerie verrà portata davanti a palazzo dell’Emiciclo, sede del consiglio regionale, per invitare le istituzioni a impegnarsi per risolvere il nodo normativo che, secondo le dichiarazioni degli amministratori, ne impedisce la rimozione.

LE TRATTATIVE. «La manifestazione si farà, nonostante gli evidenti tentativi di boicottaggio», dice Sara Vegni del comitato 3e32. «Non c’è bisogno di alcuna mediazione in quanto l’intento di tutti è quello di andare a prendere le macerie. Appuntamento alle 10 in piazza Duomo. Cercheremo di pulire la piazza. Stamani ci sarà un ulteriore incontro tra tecnici, rappresentanti di comitati cittadini, polizia, vigili del fuoco, tecnici del Comune, per mettere a punto le modalità d’intervento». Un invito alla «grande partecipazione» ma anche alla «disciplina» arriva dal pro-rettore dell’Università dell’Aquila Giusi Pitari che aderisce all’iniziativa. «Dobbiamo poter dimostrare di essere persone razionali, che vanno dritte allo scopo. Senza perderci in inutili proteste, l’importante è che lanciamo il messaggio e che iniziamo a risolvere il problema. Con quella progettualità che finora tutte le istituzioni, dalla Comunità europea in giù, non hanno saputo mostrare. Il contributo di tutti sarà importantissimo. Non si è utili solo se si entra in piazza: l’utilità sta nell’aiutarci a ottenere lo scopo: rimuovere le macerie, consentire che procedano i puntellamenti, per poter (domani, un domani più vicino possibile) riaprire la città. Tutto si svolgerà con serenità e collaborazione pacifica di tutti. Saremo tanti e c’è bisogno di essere calmi, organizzati, efficaci. Così facendo, la manifestazione si farà. Anche così, ci riprendiamo la città». Le informazioni dovrebbero essere veicolate attraverso un impianto di amplificazione. Saranno formate due file. La doppia catena smisterà, secondo le previsioni, i secchi pieni e vuoti.

L’SMS: POCHE «TAZZE». Intanto, si moltiplicano gli appelli alla partecipazione, che viaggiano non soltanto su Internet ma anche via Sms, specialmente tra i più giovani. Alcuni dei messaggi sono anche piuttosto coloriti. Come questo: «Aq libera. Massera non esagerà co’ le tazze. Domà ’mmatina tocca lavora’. Alle 10 a Capopiazza, liberiamo L’Aquila dalle macerie». Un altro messaggio, via e-mail, dice: «Domenica 28 febbraio gli aquilani si rimboccano le maniche e non solo sgomberano le macerie, ma le differenziano pure. Gli aquilani sono gentili, sì, ma anche forti. Forti perché uniti finalmente per il loor territorio. Non permettono che la loro città sia abbandonata, svenduta, ostacolata. Gli aquilani, parzialmente riuniti dopo mesi di deportazione, si aggregano com’è sempre stato, nel loro centro città, e lo faranno per richiamare, come sempre, tutto il territorio, per dire che non solo ci sono, ma ci saranno sempre. E non stiamo scherzando, noi vinceremo. Carriole, pale, rastrelli, guanti...piazza Palazzo sarà sgomberata con attenzione e affetto».

LA RACCOLTA DI FIRME. Intanto, parallelamente alla «passeggiata» con le carriole, è in programma anche una raccolta di firme da inviare al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Tra i promotori dell’iniziativa il direttore dell’Accademia di Belle arti Eugenio Carlomagno, componente del comitato «L’Aquila, un centro storico da salvare». «Con la nostra petizione», spiega Carlomagno, «inviteremo il premier, che tante volte è stato all’Aquila dopo il terremoto che ha devastato la nostra città, non solo a fare le case provvisorie in tre mesi ma anche a ricostruire L’Aquila in tre anni. Chiederemo anche l’istituzione di una tassa di scopo che resta un provvedimento di fondamentale importanza per poter arrivare a sostenere in maniera efficace gli enormi costi della ricostruzione di uno dei centri storici più grandi e più pregevoli d’Italia». Secondo Carlomagno, la giornata di oggi è «prima di tutto un’occasione di incontro per tutti gli aquilani, che torneranno a vedersi nel cuore storico della loro città. Poi, sarà l’occasione per fare un’azione simbolica ma anche di grande impatto. Invito tutti a presentarsi con un secchio per dire: siamo pronti a lavorare per questa città».