La Regione taglia i fondi alla Sinfonica rischio licenziamenti

Il segretario dell’Isa: il contributo ridotto del 75 per cento politica miope, così si chiudono le fabbriche della musica

L'AQUILA. «In Abruzzo si finanzia la formazione e poi si chiudono le fabbriche della musica».

Una «politica scellerata» sta mettendo a rischio una delle istituzioni culturali più prestigiose, l'Istituzione Sinfonica Abruzzese, a cui la Regione ha tagliato il 75% dei contributi. «Così ci uccidono», dice senza giri di parole il segretario generale dell'ente Giorgio Paravano, che oggi sarà con altri rappresentanti dell'orchestra all'Emiciclo, dove è convocata l'ultima seduta del consiglio regionale del 2013.

«Restano solo poche ore», spiega Paravano, «per correre ai ripari e ripristinare le risorse tolte alla nostra istituzione. Un taglio drastico, e inspiegabile, che la giunta regionale si era impegnata a correggere. Ma siamo agli sgoccioli e il provvedimento non è ancora nero su bianco, nell'indifferenza dei consiglieri regionali e dei politici aquilani. Cosa ancora più grave, non si tratta di tagli lineari, che vanno a toccare tutti, ma di una scelta scellerata che danneggia solo l'Isa. Tanto per fare un esempio: è stata fatta una leggina, la 37 del 2013, che regala 400mila euro extra al Tsa, oltre ai 200mila già erogati. E altri 150mila, sempre per il Tsa, sono nella legge sul teatro. L'Istituzione Sinfonica Abruzzese è invece passata dai 950mila euro del 2008 (legge 77 del 90) ai 245mila attuali, con il 75% in meno. Neanche dopo il sisma, la scure si è arrestata. E pensare che siamo stati i primi a ripartire, all'Aquila, e a riportare in alto il nome del capoluogo di regione nel panorama culturale italiano e straniero». L'Isa è attiva da 39 anni e ha portato in Abruzzo oltre 42 milioni di euro, provenienti dai finanziamenti statali, creando economia e posti di lavoro. È il primo ente culturale regionale in quanto a produzioni, con oltre 100 concerti all'anno distribuiti in Abruzzo, in Italia e all'estero, e ha 50 dipendenti. Fa parte delle 13 orchestre regionali riconosciute dallo Stato.

«La riduzione dei contributi regionali», sottolinea Paravano, «porterà anche il taglio di quelli statali e i fondi del Fus, il fondo unico per lo spettacolo, che saranno tolti all'Isa e ridistribuiti tra le altre orchestre italiane. Il Fus, rispettando regole e parametri e riconoscendoci meriti e capacità, ci dava 1 milione e 450mila euro all'anno. La Regione, dove contano solo le discrezionalità politiche, ci massacra». Per non parlare del problema occupazionale: «Abbiamo 50 dipendenti», aggiunge il segretario generale dell'Isa, «supportiamo l'economia locale, oltre a svolgere un'importante funzione sociale e di collante, in un territorio disgregato dal terremoto. Ma in Abruzzo prima si investe sulla formazione, visto che abbiamo due conservatori statali e un istituto musicale pareggiato, e poi si chiudono le fabbriche della musica. Conseguenze di una politica inadeguata e miope».

Infine l'affondo: «Dato che ci sono figli e figliastri», conclude Paravano, «chiederò che vengano resi pubblici gli emolumenti percepiti dai dirigenti di tutti gli enti culturali e anche i titoli con cui si sono guadagnati tali incarichi. Stessa cosa per gli organismi collegiali, come i revisori dei conti. Ne verranno fuori delle belle». Per dovere di cronaca, l'Isa sta ancora aspettando anche i contributi della Provincia, sia per il 2012 che per il 2013.

Romana Scopano

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