La rettrice Inverardi: «Intese con le aziende per creare lavoro»

La ricetta per uscire dalla crisi, tra disagi e numeri in calo «Nel polo di Roio gli spin off, in centro aperti giorno e notte»

L’AQUILA. L’Università, prima industria cittadina, perde studenti (dai 24391 del 2013 agli attuali 19000). I laureandi si sentono «abbandonati». Molti fanno le valigie per trasferirsi altrove. La frase di un docente sui social («Vi invito a trasferirvi presso altro Ateneo») ha scatenato una bufera di polemiche. Tuttavia, per la rettrice Paola Inverardi quello dell’Aquila è «un ateneo in salute».

Progetti concreti per superare la crisi?

«Abbiamo lavorato molto con le realtà produttive del territorio e nazionali per iniziative di rilancio e sviluppo. Siamo molto attivi sui progetti di ricerca finanziati sui fondi del cratere e stiamo ottenendo risultati con ricadute significative. Stiamo chiudendo altre intese importanti che non posso svelare. Sulle attività culturali e sociali siamo impegnati e, con questi ultimi eventi, dobbiamo essere più presenti sul fronte dell’informazione e divulgazione per poter contribuire ad aumentare la conoscenza delle caratteristiche del nostro territorio, di quanto è stato fatto nella ricostruzione materiale, di come si possa consapevolmente e serenamente vivere nei nostri territori».

E i numeri?

«Rispetto allo scorso anno accademico gli immatricolati sono in aumento con una stima finale di circa 5000 rispetto ai 4600 dello scorso anno. Per gli iscritti dovremmo attestarci sui 19000 rispetto ai 19500 dello scorso anno».

E prima del sisma?

«Erano 24700 iscritti, 6800 immatricolati, ma le condizioni erano molto diverse. L’intero sistema universitario in questi anni ha avuto una flessione. Nel 2008 abbiamo registrato il numero massimo di docenti (657) e personale tecnico-amministrativo (554), potendo quindi gestire un numero molto più alto di studenti e corsi di laurea. Oggi i nostri numeri sono molto più bassi: 523 per i docenti, 474 per il personale tecnico-amministrativo e la normativa ci impone rapporti precisi tra numero di docenti e studenti».

Quanto ha pesato la reintroduzione delle tasse?

«Nulla in termini di immatricolati attivi, studenti che durante il primo anno fanno esami, questi numeri sono rimasti costanti nel dato assoluto: si sono immatricolati studenti motivati e abbiamo perso studenti che non avevano una forte motivazione. In un’indagine del Sole 24 ore l’Università risulta, con 602,48 euro annui, la terza per tassazione media più bassa. Gli indicatori sia ministeriali sia esterni sono migliorati con ricadute importanti sul budget».

Come si torna ai numeri precedenti?

«Allo stato attuale delle norme tutte le università perderanno docenti a causa del taglio sul turn over fino al 2018, quindi per tutti gli atenei l’obiettivo è sostenere e mantenere quello che si ha. Con le attuali risorse i numeri del 2008 sono impossibili da ipotizzare e realizzare».

A chi l’accusa di volere un Ateneo d’élite, con pochi studenti, cosa risponde?

«Che è una sciocchezza».

Qual è il ruolo dell’università in una città in difficoltà come L’Aquila?

«L’università è fondamentale. E lo è stata nel processo di ricostruzione, sia come attore economico – siamo la seconda “impresa” per numero di dipendenti con un importante indotto – sia come agente attivo di sviluppo e promozione».

Quali i problemi principali?

«Le fasi di ricostruzione da affrontare tra cui il vecchio edificio di Roio, l’ex San Salvatore, Palazzo Carli. Vorrei poter avviare tutte queste operazioni all’insegna di una ricostruzione che garantisca l’utilizzo delle migliori tecnologie antisismiche, anche a prezzo di lasciare un poco del “com’ era”. Il grande polo documentale al San Salvatore che sia aperto 24 ore concepito con le più moderne caratteristiche di fruizione dei documenti, l’incubatore di creatività a Palazzo Carli, spazi dipartimentali, laboratori e spazi per spin off a Roio».

Gli studenti possono stare tranquilli nelle varie sedi?

«Tutti i nostri stabili sono agibili e monitorati. Ogni edificio avrà una carta d’identità che ne descriva caratteristiche e stato di salute».

A che punto sono i lavori sui palazzi storici?

«Torniamo a palazzo Camponeschi all’inizio del prossimo anno accademico con tutta l’amministrazione centrale. Su ex San Salvatore e Palazzo Carli siamo in attesa di finanziamento».

Cosa dovrebbe fare la città per voi?

«Mettere a sistema le sue risorse in modo più efficace e rapido. Abbiamo molto da offrire».

I vostri laureati trovano il posto?

«In settori come l’ingegneria i nostri dati sono comparabili con i Politecnici del Nord».

Per far funzionare meglio le cose serve...

«Più personale».

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