Lavoro nero, denunciato Favoriti Il sindaco: solo un grosso equivoco 

Al primo cittadino e imprenditore agricolo viene contestata la posizione di due migranti clandestini  Il suo legale: «Trovati in auto in compagnia di un dipendente regolare, chiariremo quanto accaduto»

ORTUCCHIO. Il sindaco di Ortucchio, imprenditore agricolo, parla di un grosso equivoco. Sta di fatto che è finito nei guai nell’ambito di un controllo sul lavoro nero della questura dell’Aquila e dell’Ispettorato del lavoro contro lo sfruttamento nel Fucino. Indagato, in un altro procedimento, anche un clandestino che gestisce un autolavaggio ad Avezzano. Questo il bilancio dell’ennesima operazione per il contrasto al fenomeno del caporalato nel grande orto del centro Italia messa in campo dalla polizia in collaborazione con gli ispettori del lavoro. Si tratta del secondo blitz nel Fucino nel giro di una decina di giorni.
IL SINDACO SI DIFENDE
Al sindaco di Ortucchio, Raffaele Favoriti, sono state contestate le posizioni lavorative di due cittadini extracomunitari non assunti e privi del permesso di soggiorno. Accuse che il primo cittadino respinge al mittente. Attraverso il suo legale, l’avvocato Roberto Jageregger, l’imprenditore Favoriti ha già presentato ricorso contro il verbale stilato dagli ispettori. «I due cittadini extracomunitari, privi del permesso di soggiorno, non sono stati sorpresi sui campi agricoli di proprietà del sindaco», precisa Favoriti attraverso il proprio legale, «ma all’interno di un’auto, fermata nel centro abitato di San Benedetto dei Marsi, in compagnia di un dipendente di Favoriti, regolarmente assunto da anni, che aveva dato un passaggio occasionale in auto a due suoi connazionali. Si tratta di un madornale equivoco e lo chiariremo presto».
AUTOLAVAGGIO SOSPESO
Nell’ambito degli stessi controlli è stato adottato anche un provvedimento di sospensione dell’attività commerciale gestita da extracomunitari completamente in nero e irregolari sul territorio nazionale. L’azienda non aveva elaborato il documento di valutazione dei rischi, obbligatorio in Italia. I poliziotti e gli ispettori del lavoro hanno esaminato le posizioni di 7 lavoratori extracomunitari di cui 6 impiegati in nero e non in regola con il permesso di soggiorno. Tutti sono risultati sprovvisti dei dispositivi di protezione individuali, di formazione specifica e di visita medica preventiva. Irregolarità che hanno fatto immediatamente scattare la sospensione della stessa attività commerciale. Infine il titolare dell’autolavaggio è stato denunciato alla Procura per i reati di cui all’articolo 22 del Testo Unico sull’immigrazione 603 bis del codice penale che riguardano lo sfruttamento dei lavoratori irregolari sul territorio italiano, oltre che per una serie di violazioni in materia di sicurezza sul lavoro. Come riscontrato dagli ispettori del lavoro, secondo l’accusa, è emerso che i lavoratori in nero effettuavano dalle 10 alle 12 ore di lavoro al giorno, ricevendo in cambio una retribuzione inadeguata. Sono state avviate da parte della questura e dell'Ispettorato del lavoro tutte le procedure amministrative per vagliare le posizioni dei cittadini irregolari sul territorio nazionale, finalizzate all’applicazione degli strumenti di tutela e protezione vigenti.
I CONTROLLI PROSEGUONO
I controlli contro il caporalato e lo sfruttamento del lavoro nero nel Fucino proseguiranno anche nei prossimi giorni. «Le operazioni», precisano dalla questura e dall’Ispettorato del lavoro, «fanno parte del più ampio sistema di controlli a contrasto del fenomeno del caporalato e del lavoro irregolare». Gli investigatori si sono avvalsi anche dal supporto dei mediatori culturali.
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